(ANSA) - PERUGIA, 18 GEN - "Il 2018 per gli operatori del
turismo culturale in Umbria è stato un anno positivo con
risultati che sono stati superiori a quelli dell'anno
precedente, in particolare nel comparto alberghiero dove il 43%
delle imprese segnala un incremento delle presenze rispetto al
2017": lo sottolinea il presidente della Camera di commercio di
Perugia, Giorgio Mencaroni, in una nota dell'ente camerale.
In media nel 2018 sono state occupate il 38% delle camere, con
un picco del 54% nei mesi centrali della stagione estiva e un
minimo del 22% nel periodo gennaio-marzo, con tassi mediamente
più elevati nelle strutture alberghiere. "Tuttavia, nonostante
l'incremento dei flussi - ricorda Mencaroni - non abbiamo
registrato un miglioramento dei livelli di occupazione nelle
diverse strutture ricettive, a dimostrazione che le imprese sono
tutt'ora in una posizione di attesa per verificare se
l'andamento delle loro performance si consoliderà o meno nel
lungo periodo".
Nell'autunno 2018 (periodo ottobre-dicembre) - prosegue la nota
- si stimano presenze turistiche nelle strutture ricettive pari
a 1.032.000 persone. Le abitazioni private hanno fatto
registrare 439.000 presenze, per un totale complessivo di
1.471.000 sul territorio della provincia di Perugia.
I turisti italiani che pernottano in strutture ricettive della
provincia sono il triplo rispetto agli stranieri (777.000) ed il
quintuplo per quanto riguarda le abitazioni private (368.000).
Riguardo alle strutture ricettive, la spesa stimata degli
stranieri è di gran lunga superiore in proporzione alle
presenze, ovvero oltre 60 milioni di euro. Gli italiani ne
spendono poco più di 97. In aggiunta al pernottamento (oltre 81
milioni di euro), tra le voci più importanti relative alla stima
dei consumi turistici si segnalano la ristorazione (circa 27
milioni di euro), i prodotti enogastronomici (oltre 26 milioni
di euro), le attività ricreative e culturali(oltre 26 milioni),
l'abbigliamento e le calzature (oltre 12 milioni) ed i trasporti
(oltre 4 milioni).
In termini percentuali, l'alloggio e la ristorazione assieme
impattano sull'economia della provincia per il 54,2% seguiti
dall'agroalimentare (13,2%), dalle attività ricreative,
culturali e d'intrattenimento (13,1%), dalle calzature e
dall'abbigliamento (6,2%) e dai trasporti (2,4%).
La spesa è prevalentemente imputabile ai turisti che scelgono
di pernottare nelle strutture ricettive: 100 milioni di euro per
alloggio e ristorazione, oltre 16 milioni di euro in attività
ricreative, culturali e d'intrattenimento, oltre la metà (più di
14 milioni) per l'agroalimentare, oltre 7 milioni di euro in
abbigliamento e calzature ed oltre 3,5 milioni per i trasporti.
La Camera di commercio di Perugia ha presentato in proposito
i risultati di due indagini condotte da Isnart, l'Istituto
nazionale ricerche turistiche - a supporto del progetto per la
"Valorizzazione del patrimonio culturale e del turismo" ideato e
sviluppato dalla stessa Camera.
"Scendiamo in campo al fianco delle imprese dei settori
culturali e del turismo - ha annunciato Giorgio Mencaroni - con
un programma di iniziative mai tanto vasto, ispirato alle linee
guida della riforma del sistema camerale, che ci ha assegnato
competenze 'obbligatorie' nei campi della valorizzazione del
patrimonio culturale e dello sviluppo e promozione del turismo".
A sostegno del Progetto Turismo della Camera di commercio, le
analisi dell'Isnart - spiega la nota - forniscono fondamentali
strumenti di conoscenza per capire e interpretare le dinamiche
che muovono i flussi turistici, che su di essi influiscono e
che, alla fine, determinano il successo di una destinazione.
(ANSA).