(ANSA) - PERUGIA, 15 NOV - La Camera di commercio di Perugia
ha presentato i risultati del terzo Report regionale per
l'Umbria su economia, imprese e territori.
Elaborato nell'ambito del Progetto Sisprint (Sistema integrato
di supporto alla progettazione degli interventi territoriali),
finanziato da Pon Governance e Capacità istituzionale 2014-2020.
Il Report valorizza il patrimonio esclusivo di informazioni e
dati economici provenienti dal Registro imprese delle Camere di
commercio, opportunamente integrato con le informazioni di cui
dispone l'Agenzia per la coesione territoriale.
La presentazione è avvenuta nell'a,mbito di tenuta nell'ambito
di #SiSprintintour 3.
"Le risultanze del Rapporto SiSprint - ha commentato Giorgio
Mencaroni, presidente della Camera di commercio di Perugia - ci
mostrano un posizionamento dell'Umbria nella graduatoria stilata
dalla Commissione europea, che ha aggiornato l'indice di
competitività regionale, che può essere definita non esaltante".
"Si avverte la necessità di un recupero di competitività del
sistema regionale nei confronti dei competitor europei", ha
aggiunto.
"Se il sistema di imprese regionale conserva una propensione ad
innovare, come mostra anche la tendenza a formare start-up
innovative in misura non indifferente rispetto alla media
italiana, il sistema territoriale nel quale opera - ha affermato
ancora Mencaroni, secondo quanto riferisce una nota della Camera
di commercio di Perugia - è caratterizzato da alcune criticità,
di cui le principali sono di ordine infrastrutturale e di
carenza di servizi avanzati alle imprese. Le imprese umbre,
specie le Pmi, operano in condizioni di isolamento e incontrano
difficoltà a costruire relazioni e partenariati, specie in
ambito scientifico e tecnologico".
Una situazione che nel complesso ha riflessi sociali
evidenti: il tenore di vita non è fra i migliori, i giovani
hanno difficoltà di reperire lavoro in regione, la popolazione
invecchia e moltiplica i costi a carico del welfare regionale.
Paolo Cortese dell'Ufficio Studi Si.Camera, ha illustrato la
"Struttura e i contenuti del 3 Report Regione Umbria",
sviluppando l'analisi delle principali evidenze, delle criticità
e dei punti di forza. Tra questi ultimi - ha detto Paolo Cortese
- "il sistema innovativo umbro, che si colloca al 95/o posto su
195 regioni europee, ancora all'interno del quartile delle
regioni a capacità di innovazione medio-alta. Posta pari a 100
la media europea 2011, fra 2011 e 2019 il valore per l'Umbria
cresce del 17,9%, segnalando un significativo miglioramento
della capacità innovativa. Questo posizionamento è attribuibile
alla capacità di innovazione di design, che costituisce un punto
di forza delle tante piccole imprese e dell'artigianato di
qualità presente in regione". Relativamente alla competitività
territoriale l'Umbria si colloca al 190-mo posto (su 268), in un
quadrante in cui sia i fattori di base che quelli di efficienza
sono di livello inferiore alla media continentale".
"Il giudizio sintetico - ha evidenziato Paolo Cortese - è
spostato verso il basso a causa di valori modesti assegnati a
determinati indicatori elementari, quali la stabilità
macroeconomica, l'offerta di infrastrutture e l'efficienza del
mercato del lavoro. La qualità del Sistema educativo, sia quello
di base, sia quello di livello più alto e della formazione
permanente sono anch'essi migliorabili".
Il Sistema sanitario regionale, invece - prosegue la nota -
rivela un posizionamento migliore rispetto alla media europea,
buono nell'edizione del 2019.
Ancora Paolo Cortese: "Nella valutazione della tenuta
sociale, L'Umbria è 229/a sulle 281 regioni europee monitorate e
fa parte del quadrante di quelle con più alta criticità nella
tenuta sociale. Un'Umbria in cui il tenore di vita medio,
misurato tramite il Pil pro capite, è in posizione medio bassa:
al 166/o posto su 281 regioni. Il fattore che si rivela
complesso è il tasso di occupazione dei giovani: 245/o posto,
fra le 36 regioni europee peggiori per tale aspetto".
"L'evoluzione delle dinamiche demografiche è allarmante" ha
avvertito Mencaroni. "Dal 2011 al 2018, l'Umbria vede scendere
la popolazione dello 0,1% mentre l'Italia cresce dell'1,6%. I
comuni di maggior dimensione registrano una crescita
modestissima, ma lontana 2 punti percentuali rispetto alla media
nazionale".
Interessante anche il dato di analisi dei flussi turistici.
Premesso che prevale in Umbria la componente nazionale della
domanda, le presenze di turisti stranieri, al 2018, in regione
Umbria, pesano per il 36,8%. Tale componente si declina per il
35,7% nei comuni più grandi, per il 39% nei comuni medi e per il
53% nei comuni più piccoli. Si tratta di quote interessanti che
illustrano, proprio per i comuni di minor dimensione, una forte
capacità attrattiva anche rispetto ai pubblici internazionali,
il che giova alle strategie di promozione e comunicazione
turistica della regione come sistema diffuso di attrattori.