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Responsabilità editoriale di CONSIGLIO REGIONALE VENETO
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Politica - Le Mozioni trattate dall'Aula in materia di criminalità organizzata, Europa, ambiente, gestione rifiuti. Riallocate risorse della legge speciale per Venezia
(Arv) Venezia 10 dic. 2019 - Il Consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta di oggi, ha approvato a maggioranza, senza voti contrari, la Mozione n. 546 del 3 dicembre scorso approdata in Aula con il titolo “Criminalità organizzata: mai più detenuti mafiosi in Veneto” illustrata dal primo firmatario, il Capogruppo della Lega Nicola Finco, con la quale, a fronte dell’aumento dei presunti casi di infiltrazione mafiosa nel tessuto economico e sociale del Veneto, si impegna la Giunta regionale ad attivarsi lungo diverse direzioni, tra le quali l’istituzione di un numero verde che operi in tutta la regione, attivo 24 ore su 24, composto da esperti della psicologia dell’emergenza in collaborazione con le forze dell’ordine per costituire una rete di primo supporto nelle situazioni di emergenza determinatesi in seguito a minacce o a qualsiasi forma di violenza anche psicologica di stampo mafioso; ad attivarsi presso i Ministeri di Giustizia e dell’Interno perché i condannati ex art. 416 bis c.p. scontino la pena nei territori di provenienza; e infine, a sottoscrivere un Protocollo d’intesa con le diverse Istituzioni e forze politiche affinché siano promosse attività di intelligence ovvero l’insieme delle azioni coordinate di ricerca, analisi, distribuzione e protezione delle informazioni di utilità per gli operatori economici e di giustizia.
L’Aula, all’unanimità, ha inoltre deciso l’invio nella Commissione consiliare competente della Mozione n. 545 del 25 novembre “Capannoni dismessi e roghi dolosi di rifiuti, cave abbandonate trasformate in discariche di materiali tossici: adottare urgenti misure di coordinamento delle azioni di prevenzione e contrasto degli eco-reati” illustrata in Aula dal primo firmatario, il Consigliere regionale e Vicepresidente del Consiglio Bruno Pigozzo, per giungere a un testo condiviso sul tema, in merito al quale si è espresso anche l’Assessore regionale Gianpietro Bottacin.
Approvata con 26 voti favorevoli e 12 contrari, la Mozione n. 27 del 30 settembre 2015 che impegna la Giunta regionale a esprimere la propria contrarietà sulle decisioni assunte dal Club Bilderberg e sul Mes illustrata in Aula dal primo firmatario, il Capogruppo di Fratelli d’Italia-MCR Sergio Berlato, che ha fatto riferimento, nel suo intervento, alle correlazioni tra le riunioni del Club e alcune decisioni assunte dall’Unione europea con riferimento al Meccanismo Europeo di Stabilità.
Respinta con 24 contrari, 10 favorevoli e 4 astenuti la Risoluzione n. 118 “Dichiarazione di emergenza ecologica e climatica” del 27 settembre, presentata dai Consiglieri regionali Piero Ruzzante (LeU), Patrizia Bartelle (IIC) e Cristina Guarda (CpV), illustrata in Aula dalla Consigliera Guarda, che impegnava la Giunta regionale ad intervenire sia con proprie iniziative, sia presso ogni livello decisionale, nazionale, comunitario, internazionale sulla scorta degli elementi relativi all’emergenza climatica contenuti nell’analoga Dichiarazione resa pubblica dal movimento Fridays For Future del Veneto.
Respinta con 33 voti contrari e 4 favorevoli la Mozione n. 544 del 25 novembre “Nuovo termovalorizzatore di Fusina: è tempo di cambiare rotta” presentata dalla Consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin che mirava ad impegnare la Giunta regionale - posto che è attualmente in corso il procedimento per il rilascio del provvedimento autorizzatorio unico regionale ai sensi dell’art. 27-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii. e della legge regionale 18 febbraio 2016, n. 4 (DGRV n. 568/2018), necessario per procedere alla realizzazione di quello che è stato definito dalla stampa il termovalorizzatore più grande del Veneto, che sarà messo in grado di bruciare anche a fini energetici oltre 363 mila tonnellate l’anno di rifiuti tra i quali biomasse legnose, CSS, fanghi e percolati di discariche - a venire incontro alle esigenze manifestate da comitati e associazioni, intraprendendo azioni concrete per la transizione verso un sistema che abbia quale principale obiettivo la riduzione dei rifiuti, in un’ottica di economia “circolare”, dando priorità al recupero di materia rispetto alla produzione di energia da termovalorizzazione.
Approvata all’unanimità infine la Proposta di Deliberazione Amministrativa n. 103, illustrata in Aula dal Presidente della Seconda Commissione consiliare Francesco Calzavara (Zaia Presidente), sulla riallocazione delle risorse finanziarie rese disponibili a valere sui finanziamenti della Legge Speciale per Venezia di competenza regionale. Il provvedimento individua risorse finanziarie da riallocare per un totale di oltre 22 milioni di euro da destinare al finanziamento di una serie di interventi selezionati in coerenza con gli obiettivi del programma per il risanamento della Laguna di Venezia e del suo Bacino Scolante. Tra gli interventi, quelli connessi allo stanziamento di 5 milioni di euro a favore di Veneto Acque S.p.A., società in house della Regione del Veneto, per intervenire presso il sito contaminato denominato “C&C” a Pernumia, in provincia di Padova; è prevista anche una specifica assegnazione di 6 milioni di euro al Comune di Tezze sul Brenta, in Provincia di Vicenza, per garantire l’attuazione dell’intervento di bonifica del sito contaminato denominato “Ex Galvanica PM”; al fine di far fronte alle esigenze connesse all’esecuzione di ulteriori interventi emergenziali per la messa in sicurezza e la bonifica ambientale in siti inquinati ricompresi nel territorio del Bacino Scolante nella Laguna di Venezia, è stata individuata una dotazione finanziaria di oltre 5,8 milioni di euro per l’attuazione di opere prioritarie ed indifferibili. Tra gli altri interventi illustrati in Commissione, l’assegnazione ad ARPAV di uno specifico finanziamento di 600mila euro finalizzato al monitoraggio dello stato ecologico e chimico dei corpi idrici della Laguna di Venezia e del Bacino Scolante, in relazione alle nuove emergenze ambientali correlate ai cosiddetti “inquinanti emergenti” (come PFAS, fitofarmaci, microplastiche, PBDE).
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