Prove 'tecniche' di dialogo tra Casse di previdenza e governo, dopo la 'batosta' della tassazione al top europeo sui risparmi pensionistici dei circa 2 milioni di professionisti italiani (con la legge di Stabilità il prelievo passa dal 20 al 26% dal gennaio prossimo). Ma prima di parlare di ottimismo l'Adepp vuole vederci chiaro: ''Registro molto positivamente in queste ore delle aperture - ha detto Andrea Camporese, presidente dell'Adepp durante il Forum all'ANSA - ma devono avere un seguito perché lo sgomento rispetto a ciò che è accaduto in queste settimane dopo incontri con il ministro dell'Economia e l'attenzione data, non possono essere superati solo da aperture generiche. Per quello che ci riguarda - ha puntualizzato - dobbiamo vedere cambiata la legge di stabilità''. Carte in tavola quindi a fronte di ''un fraintendimento che necessita di essere chiarito al più presto attraverso un confronto franco e trasparente con il Governo''.
In attesa di incontri quindi, dopo lo ''sgomento'' per la doccia fredda i presidenti di 20 enti previdenziali privati (''quando fa comodo però ci trattano da pubblici'', chiosa Camporese) si sono tirati su le maniche, hanno rinunciato al muro contro muro con il governo (rientrata quindi la 'minaccia' di qualche Cassa di sbarazzarsi di parte dei 8-9 miliardi di debito pubblico nel portafoglio complessivo) e confermano la volontà di dar vita a un fondo d'investimento ''con il governo se si creano le condizioni, altrimenti andiamo avanti da soli'' ha detto Camporese. Un fondo da ''qualche miliardo'' in grado di quadruplicare il volano delle risorse. ''Un fondo chiuso, a maggioranza di investitori istituzionali previdenziali che abbiano come finalità investimenti in asset strategici quali infrastrutture, energia, edilizia scolastica'', ha spiegato il presidente dell'Adepp. Ben vengano i fondi esteri o Cdp: ''siccome il ministero dell'Economia si è detto pronto ad agevolare il processo, speriamo - ha auspicato - che questo ruolo di agevolatore torni in campo''.
Un'iniziativa che ''fa bene al Paese'' creando un gettito che torna allo Stato, ''e ai nostri iscritti'', avendo effetto non banale sull'occupazione per decine di migliaia di posti di lavoro. Beneficio più che mai necessario in un momento di profonda crisi che ha devastato anche le libere professioni che non vedono ancora freni al crollo dei redditi. ''Un dramma, 900 notai che non riescono a pagare i dipendenti di studio, avvocati e architetti con redditi sotto i mille euro. La leggenda del professionista privilegiato e anche un pò evasore deve finire. Sono signori - ha puntualizzato Camporese al Forum ANSA - che fanno impresa, rischiano da soli e questo rischio va tutelato''. Per far fronte alla crisi, le Casse previdenziali (61 mld di risorse, 5 mld di incremento annuo da rendite) hanno messo in campo un sostegno che ha superato i 540 milioni di euro, 65% in più di azioni di welfare. Tuttavia l'esercito delle 'partite Iva' continua a essere invisibili nei provvedimenti governativi, Jobs Act compreso. Esclusi nell'erogazione del bonus di 80 euro, sottoposti ora a una tassazione ai massimi europei. ''Non esistono motivazioni plausibili e spiegabili - conclude il numeri 1 dell'Adepp - a due milioni di professionisti italiani, nè giustificazioni di fronte a colleghi europei che vedono i rendimenti dei loro versamenti non tassati affatto in un mercato unico nel quale, oggi, ci presentiamo con una zavorra pesantissima''.