(ANSA) - ROMA, 02 OTT - "Perché sbandierare un ipotetico
Daspo, quasi come fossimo 'teppistelli' da stadio?". E' la
domanda che si pongono i sindacati dei commercialisti Adc, Aidc,
Anc, Andoc, Fiddoc, Sic, Unagraco, Ungdcec e Unico che, in una
nota congiunta, si scagliano contro l'idea del M5s di inserire
in manovra economica un provvedimento per "sospendere
temporaneamente o definitivamente l'attività di un
professionista abilitato, in caso di certificazione di crediti
tributari inesistenti", iniziativa "partorita per recuperare
gettito erariale", la cui "effettiva efficacia in termini di
riscossione è impalpabile, mentre è di tutta evidenza la
(scarsa) considerazione e la (mancata) conoscenza del mondo
professionale da parte dei proponenti". Le professioni dei
commercialisti e consulenti del lavoro, si legge, "in quanto
professioni ordinistiche, hanno come pilastro della loro
esistenza la deontologia", e "la violazione delle norme
deontologiche comporta sanzioni quali la sospensione e la
radiazione". Altra domanda che le associazioni si pongono è se
non si conoscano le regole delle professioni, "o se un atto di
sfiducia nei nostri riguardi?". Nel primo caso, "consigliamo
vivamente di studiare leggi e norme. Nel secondo caso, sarebbe
ancora più grave, perché i commercialisti sono anni che reggono
la baracca della riscossione diretta (Iva, Irpef, Irap), con
sacrifici enormi, marginalità ridotta all'osso e con spese
sempre maggiori per infrastrutture e formazione", si chiude la
nota dei professionisti. (ANSA).