Crescono i casi di dipendenti che sfruttano in modo illecito i permessi previsti dalla Legge 104/1992, la legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili e svantaggiate. A confermarlo è Roberto Marongiu, titolare dell’omonima agenzia investigativa di Bergamo, che negli ultimi anni ha visto crescere del 40% le richieste di aziende ed enti pubblici per avviare indagini contro l’assenteismo legato alla Legge 104. «L’illecito consiste nel fatto che i dipendenti pubblici e privati utilizzino i permessi retribuiti non per accudire il parente invalido ma per altre attività e scopi differenti - spiega Marongiu -. Diverse sentenze della Cassazione hanno riconosciuto la validità legale di indagini condotte avvalendosi di investigatori privati per la verifica della corretta fruizione dei permessi legati alla Legge 104. In questi casi il dipendente commette una “frode” non solo nei riguardi del datore di lavoro, perché usufruisce di un permesso pagato in maniera non consona agli obiettivi pattuiti dalla legge, ma anche nei confronti dell'Inps e, quindi, di tutta la collettività».
Nel caso in cui l’azienda sospetti che il dipendente utilizzi in modo improprio questi permessi può dunque avvalersi di agenzie di investigazione per controllare il lavoratore e verificare se effettivamente utilizzi queste ore per la cura di un familiare che necessita di assistenza. «Tutta l'indagine viene documentata attraverso prove testimoniali e documentali come video e foto utilizzabili in sede giudiziaria – conclude Marongiu -. Indagini di questo tipo, svolte nel rispetto della privacy, consentono di raccogliere prove certe e inoppugnabili che in caso di scorretto utilizzo dei permessi retribuiti dalla legge consentono all'azienda di procedere all'eventuale licenziamento con giusta causa del dipendente».