(di Maria Gabriella Giannice)
(ANSA) - ROMA, 19 FEB - Il Governo incassa la fiducia sul
maxiemendamento al disegno di legge di conversione del decreto
Salva-Ilva. Il via libera è arrivato con 151 voti favorevoli e
114 contrari, numeri sufficienti per avere la maggioranza, ma
lontani da quota 161 che rappresenta la maggioranza assoluta del
Senato, inclusi i senatori a vita. Tanto è bastato per aprire
l'ultimo schermaglia colpi di tweet fra Renato Brunetta ("Il
Governo ha ancora la maggioranza? o è solo scarso senso di
responsabilità?") e il Pd, rappresentato dal vicepresidente dei
senatori e Segretario d'Aula del gruppo, Giorgio Tonini
("Brunetta può stare tranquillo: il governo ha la maggioranza e
continuerà ad averla").
In Aula il dibattito si è acceso invece sulle "promesse
mancate" del Governo a partire da quei 30 milioni per la lotta
contro i tumori infantili promessi da Renzi e che alla fine si
sono ridotti a 5 di cui solo 500.000 per il 2015, cifra
"irrisoria con cui non si compre nemmeno un macchinario" ha
ironizzato il pugliese Dario Stefano (Sel). "Noi meridionali
siamo abituati a sentire grandi promesse puntualmente disattese
- ha aggiunto - Oggi, con questo decreto, siamo allo stesso
film". Un film per le quali le recensioni sono diverse e
opposte. Per la pentastellata Paola Nugnes: "altro che
Salva-Ilva questo è un decreto salva-banche, i primi ad essere
salvaguardati sono gli istituti bancari con i loro crediti." Le
banche, infatti in questi anni hanno sostenuto con diverse linee
di credito l'Ilva Spa. Finora l'esposizione delle banche (Intesa
Sanpaolo, Unicredit e Banco Popolare) dovrebbe aggirarsi intorno
ai 2 miliardi. L'ultimo prestito, di 260 milioni, è stato deciso
nei giorni scorsi. I crediti delle banche godono però della
prededucibilità.
Per Paolo Arrigoni della Lega il decreto, con l'intervento
pubblico nell'Ilva, "suggella una nuova via italiana al
socialismo, assai pericoloso per l'attività economica privata".
Per tutte le opposizioni poi questo film sull'Ilva e su Taranto
"Continua a non vedere il dramma ambientale e sanitario della
comunità tarantina - è ancora Stefano di Sel che parla - Non è
stato spezzato il gioco della torre fra salute e lavoro. Non si
può accettare che i tarantini si ammalino e muoiano per
inquinamento". "Non si può accettare - gli fa eco dall'altra
parte dell'emiciclo il forzista Zizza - che l'aria di Taranto
sia per il 77,5% dei casi considerata "pericolosa" come
respirare fumo passivo e per il 22,5% è simile all'aria di un
tubo di scarico di una vecchia auto".
Di tutt'altro avviso le dichiarazioni della maggioranza. Per
il relatore Salvatore Tomaselli (Pd): "con questo decreto ora è
possibile la svolta decisiva per l'Ilva e per Taranto, anche se
c'e' ancora molto da fare". Mentre il senatore Massimo Muchetti,
autore dell'emendamento che forse riuscirà a portare dalla
Svizzera all'Ilva i 1,2 miliardi dei Riva, riporta tutti al
punto politico essenziale: "su Taranto il Governo si gioca la
credibilità". Le elezioni regionali sono vicine.(ANSA).