La causa dell'incidente in Puglia sarebbe stata la mancanza di sistemi automatici di supervisione della linea ferroviaria, in quella tratta viene ancora usato il cosiddetto 'blocco telefonico', cioè la comunicazione telefonica del via libera sul binario unico. E' questa l'ipotesi che fa all'ANSA Stefania Gnesi, ricercatrice dell'Istituto di scienza e tecnologie dell'informazione 'A. Faedo' del Consiglio nazionale delle ricerche (Isti-Cnr).
"Dalle informazioni che abbiamo estrapolato da Internet sembrerebbe non ci fosse un impianto di segnalazione automatica in quella tratta - osserva - sembra invece che li' funzioni ancora il blocco telefonico, cioè la comunicazione via telefono del via libera, tra la centrale di controllo e il macchinista". "Secondo le informazioni prese dal sito Rfi - aggiunge Stefania Gnesi - il sistema di blocco telefonico è usato in una piccola percentuale delle linee, il 98% è invece controllato da sistemi automatici più o meno raffinati, con livelli più o meno accurati a seconda della linea". Secondo la ricercatrice i sistemi automatici sono più sicuri "perché funzionano a blocchi".
"Ci sono sensori su tutta la linea ferroviaria - spiega - che segnalano blocco per blocco se la linea e' occupata. Man mano che il treno avanza si bloccano gli altri treni, c'è come una distanza di sicurezza. Se per caso un treno sfora, viene mandato il blocco automatico, che può essere il classico semaforo rosso oppure l'interruzione della linea elettrica sul treno, che quindi si ferma". "E' un sistema altamente sicuro - aggiunge Stefania Gnesi - perché tutte queste procedure vengono validate e testate prima di essere messe in uso, controllate via software e via hardware e devono rispettare delle regole di certificazione". "Resta lo sconcerto per questo genere di incidenti gravi", conclude.