"Vergine, Addolorata, Madre di Dio
e della Chiesa, sono venuto qui come pellegrino solitario.
Ho sentito sulle mie spalle tutte le preghiere dei tarantini che
volevano essere qui a vederti". La notte scorsa ha iniziato così
la sua preghiera nella chiesa di San Domenico, in un'atmosfera
surreale, senza processione e senza la presenza dei fedeli,
l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro. Pochi confratelli,
rispettando le regole di distanziamento, hanno partecipato alla
funzione religiosa allo scoccare della mezzanotte, quando
abitualmente il pendio è stracolmo di gente per il tradizionale
corteo.
Al crepitio della troccola, la statua dell'Addolorata,
sorretta per la prima volta dallo stesso arcivescovo e da don
Emanuele Ferro, padre spirituale della Confraternita
dell'Addolorata, ha compiuto un piccolo tragitto all'interno
della chiesa e si è affacciata sulla navata. Qui, prima del
rientro, mons. Santoro ha pronunciato la preghiera alla Vergine.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA