La Dia di Lecce ha eseguito una
misura di custodia cautelare in carcere a carico del
pregiudicato Giovanni Mazzotta, meglio noto come "Gianni Conad",
55enne di Monteroni, accusato di violenza a pubblico ufficiale,
aggravata dal metodo mafioso.
Tutto ha origine da una misura di prevenzione patrimoniale,
eseguita nel 2011, con la quale furono sottoposti a sequestro i
suoi beni (per un valore complessivo di oltre 1 milione e mezzo
di euro), perché ritenuti sproporzionati rispetto ai redditi
dichiarati. I beni furono poi assegnati, dall'Agenzia dei Beni
Confiscati, al Comune di Monteroni di Lecce. Nel gennaio del
2020, l'Ente assegnatario, costatando ancora l'occupazione
abusiva dell'immobile da parte del nucleo familiare del
Mazzotta, ne chiedeva lo sfratto, in seguito operato dalle forze
di polizia.
Nella circostanza, l'avvio di alcuni lavori di manutenzione
e, quindi la presenza di operai all'interno della villa,
provocavano la reazione del Mazzotta, il quale, si recò presso
il Comando della Polizia Municipale, minacciò i presenti per
ottenere informazioni sulla destinazione dell'abitazione e per
impedire l'accesso alla struttura, sottolineando la sua caratura
criminale in virtù della vicinanza ad un clan della Scu.
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