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Mafia: spedizione punitiva per debito droga,9 arresti a Bari

Mafia: spedizione punitiva per debito droga,9 arresti a Bari

Brutale pestaggio a giovane pusher e atti sessuali su madre

BARI, 10 settembre 2020, 12:54

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una spedizione punitiva per un debito di droga da 250 euro con un brutale pestaggio ad un pusher 23enne, una aggressione sessuale alla madre intervenuta per difenderlo, davanti al padre disabile del ragazzo e al nipote minorenne. Per questa vicenda sono state arrestate oggi dai carabinieri nove persone vicine al clan Strisciuglio di Bari. Il pestaggio risale al 19 maggio 2020 e fu compiuto ai danni del pregiudicato 23enne Samuele Iacobbe, ex pusher del clan e attualmente collaboratore di giustizia, nella sua casa nel centro del quartiere Palese a Bari.
    In otto, sette dei quali identificati e arrestati, su ordine di Vittorio Bruno Faccilongo, fratello del boss Saverio, detenuto al 41 bis e reggente del clan al quartiere San Pio-Enziteto di Bari, avrebbero picchiato il 23enne e aggredito, anche palpeggiandola, la madre intervenuta in difesa del figlio.
    In carcere, su disposizione della Dda, sono finite nove persone: i sette aggressori, il mandante e una donna, Laura Loiacono, suocera di Faccilongo, accusata di aver minacciato e aggredito i familiari di Iacobbe alcuni mesi dopo il pestaggio e dopo aver saputo della sua collaborazione con la giustizia.
    "Vi diamo 15 giorni di tempo per andarvene, altrimenti vi uccidiamo" avrebbero detto a Iacobbe e ai suoi familiari dopo il pestaggio, agendo come "un vero e proprio branco" dicono gli investigatori, a volto scoperto con qualcuno che tratteneva la vittima e la madre mentre gli altri lo colpivano con un tirapugni e uno di loro con il ruolo di "palo".
    I reati contestati, a vario titolo e in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso, sono di lesioni aggravate, violenza privata, atti persecutori, violazione di domicilio e, per uno di loro, di violenza sessuale nei confronti della madre del ragazzo aggredito. Alla identificazione i carabinieri sono arrivati grazie alle dichiarazioni delle vittime, inizialmente reticenti per paura di ritorsioni, e alle telecamere di videosorveglianza della zona.
    A pochi mesi dal brutale pestaggio e dopo che Iacobbe e la sua famiglia erano stati scortati in località protetta, anche altri familiari del ragazzo, residenti nel quartiere di Santo Spirito, la nonna e uno zio con moglie e figlia minorenne, hanno denunciato di aver subito aggressioni e minacce di morte dalla suocera di Faccilongo, per costringerli a lasciare la propria abitazione.
   

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