Una spedizione punitiva per un debito
di droga da 250 euro con un brutale pestaggio ad un pusher
23enne, una aggressione sessuale alla madre intervenuta per
difenderlo, davanti al padre disabile del ragazzo e al nipote
minorenne. Per questa vicenda sono state arrestate oggi dai
carabinieri nove persone vicine al clan Strisciuglio di Bari. Il
pestaggio risale al 19 maggio 2020 e fu compiuto ai danni del
pregiudicato 23enne Samuele Iacobbe, ex pusher del clan e
attualmente collaboratore di giustizia, nella sua casa nel
centro del quartiere Palese a Bari.
In otto, sette dei quali identificati e arrestati, su ordine
di Vittorio Bruno Faccilongo, fratello del boss Saverio,
detenuto al 41 bis e reggente del clan al quartiere San
Pio-Enziteto di Bari, avrebbero picchiato il 23enne e aggredito,
anche palpeggiandola, la madre intervenuta in difesa del figlio.
In carcere, su disposizione della Dda, sono finite nove persone:
i sette aggressori, il mandante e una donna, Laura Loiacono,
suocera di Faccilongo, accusata di aver minacciato e aggredito i
familiari di Iacobbe alcuni mesi dopo il pestaggio e dopo aver
saputo della sua collaborazione con la giustizia.
"Vi diamo 15 giorni di tempo per andarvene, altrimenti vi
uccidiamo" avrebbero detto a Iacobbe e ai suoi familiari dopo il
pestaggio, agendo come "un vero e proprio branco" dicono gli
investigatori, a volto scoperto con qualcuno che tratteneva la
vittima e la madre mentre gli altri lo colpivano con un
tirapugni e uno di loro con il ruolo di "palo".
I reati contestati, a vario titolo e in concorso, tutti
aggravati dal metodo mafioso, sono di lesioni aggravate,
violenza privata, atti persecutori, violazione di domicilio e,
per uno di loro, di violenza sessuale nei confronti della madre
del ragazzo aggredito. Alla identificazione i carabinieri sono
arrivati grazie alle dichiarazioni delle vittime, inizialmente
reticenti per paura di ritorsioni, e alle telecamere di
videosorveglianza della zona.
A pochi mesi dal brutale pestaggio e dopo che Iacobbe e la sua
famiglia erano stati scortati in località protetta, anche altri
familiari del ragazzo, residenti nel quartiere di Santo Spirito,
la nonna e uno zio con moglie e figlia minorenne, hanno
denunciato di aver subito aggressioni e minacce di morte dalla
suocera di Faccilongo, per costringerli a lasciare la propria
abitazione.
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