"Ci sono nuovi fascismi che a volte
riemergono. Bari non permetterà a nessuna forma ideologica di
avere il furore e la violenza del passato. Questa città non
torna indietro". Lo ha detto il sindaco di Bari, Antonio Decaro,
a margine della deposizione di una corona di fiori in memoria di
Benedetto Petrone, il 18enne ucciso da una squadraccia fascista
il 28 novembre 1977 in piazza Libertà, ricordando anche la più
recente aggressione del settembre 2018 ad un gruppo di
manifestanti antifascisti, dopo un corteo nel centro di Bari, da
parte di militanti di CasaPound. Vicenda nella quale il Comune
si è costituito parte civile.
"Coltivare la memoria significa conoscere la storia e imparare a
interpretare il presente - ha detto il sindaco -. Se anche un
solo ragazzo, attraverso questa giornata, la nostra presenza o i
racconti sui social, avrà voglia di leggere la storia di Benny,
allora non solo avremo reso omaggio al suo sacrificio, ma avremo
anche gettato un seme di speranza per il futuro".
Al breve momento di raccoglimento sotto la lapide dedicata a
Petrone, nel rispetto delle norme anti-Covid, hanno partecipato
la sorella di Benedetto, Porzia, la prefetta di Bari Antonella
Bellomo e i rappresentanti dell'Anpi e del Comitato XXVIII
Novembre.
Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, "il
modo migliore per ricordare Benedetto Petrone è lavorare perché
episodi come quello del 28 novembre 1977, che hanno lasciato
ferite profonde nella memoria della città e della regione, non
si ripetano più. Ecco perché la Regione si è costituita parte
civile nel processo contro gli esponenti neofascisti" di
CasaPound. "Con il lavoro dell'Osservatorio sui fenomeni
neofascisti in Puglia - ha aggiunto - seguiremo da vicino ogni
rigurgito di violenza squadrista, in modo che i colpevoli non
possano più nuocere".
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