Una "sorprendente distorsione
della verità". Così la dirigenza della Cimolai Spa definisce
quanto riportato nei rapporti contrattuali intercorsi con la
Arcelor Mittal nella vicenda del polo siderurgico di Taranto,
annunciando che "vertici e management della Cimolai sono
impegnati nell'individuazione delle migliori soluzioni per
garantire la riconsegna delle aree in massima sicurezza" e che
"la condotta di Arcelor Mittal è allo studio dei legali della
Cimolai S.p.A. per la migliore tutela dei propri diritti e della
propria immagine reputazionale".
La Cimolai in una nota precisa di aver "eseguito
correttamente le opere ad essa affidate - ossia il 99,5% del
Parco Minerale e il 96% del Parco Fossile - senza alcuna
contestazione dei lavori da parte di ArcellorMittal" e di aver
fatto "plurime richieste di confronto" alla ArcelorMittal che
"si è rifiutata di dare seguito alle stesse, rigettando
espressamente il contraddittorio". Secondo l'azienda di Porcia,
i contratti "non sono stati rescissi per inadempimento della
Cimolai ma ArcellorMittal ha esercitato il diritto di recedere
unilateralmente dagli stessi, recesso in relazione al quale la
Cimolai si riserva espressamente ogni azione", ricordando di
aver ricevuto una convocazione davanti alla Commissione
Parlamentare il 20 ottobre 2020, occasione in cui "l'Ing. Marco
Sciarra ha rilasciato dichiarazioni totalmente rispondenti ai
fatti e in nessun caso 'false, offensive ed irresponsabili'". La
Cimolai ritiene dunque di aver operato in "piena correttezza",
peraltro in "un momento di particolare delicatezza per la
cittadinanza di Taranto".
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