Tornano a salire i ricoveri Covid in Puglia: da 1.802 a 1.838, +36 in un giorno. Anche nelle terapie intensive c'è un lieve aumento: da 197 pazienti a 199. Secondo l'ultimo monitoraggio dell'Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari, in Puglia il 43% dei posti letto nelle terapie intensive è occupato da pazienti Covid, e in base al decreto del ministro della Salute del 30 aprile 2020, la soglia di allarme è stata fissata al 30%.
Per quanto riguarda, invece, i posti occupati in area "non critica", ovvero nei reparti di medicina, pneumologia e malattie infettive, la soglia limite è stata individuata al 40% e in Puglia attualmente sono occupati il 47% dei posti.
Ieri si è registrato anche il record del rapporto tra tamponi processati e positivi: sono 917 i nuovi casi al Covid 19 registrati nelle ultime 24 con appena 2.758 test eseguiti, una percentuale altissima, pari al 33%. Il maggior numero di casi, 323, si è verificato in provincia di Bari, 236 in provincia di Foggia, 190 in provincia di Brindisi, 97 in provincia di Lecce, 35 nella Bat, 33 in provincia di Taranto, 5 residenti fuori regione, 2 casi di provincia di residenza non nota sono stati riclassificati e riattribuiti. I morti sono stati 20: 7 in provincia di Bari, 7 in provincia di Taranto, 3 in provincia di Foggia, 1 in provincia di Brindisi,1 in provincia di Lecce, 1 residente fuori regione. Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 855.898 test. 17.325 sono i pazienti guariti. 48.070 sono i casi attualmente positivi. Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 67.174. Numeri alti che tengono ancora la Puglia in una situazione di allarme.
La Cisl medici Puglia, intanto, critica la gestione della pandemia da parte della Regione: "In questa fase - sostiene il sindacato - la Puglia sta attraversando il momento peggiore dall'inizio dell'emergenza pandemica, questo senza alcun dubbio, nonostante le sue smussate affermazioni", e "durante la scorsa estate non è stata condotta un'azione organizzativa adeguata a programmare per tempo le azioni da intraprendere se si fosse, com'è poi realmente accaduto, sviluppata una seconda ondata pandemica".
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