Tornano alla Procura gli atti
sull'aggressione avvenuta a Bari il 21 settembre 2018 da parte
di militanti di CasaPound nei confronti di un gruppo di
manifestanti antifascisti di ritorno da un corteo organizzato in
occasione della visita nel capoluogo pugliese dell'allora
ministro dell'Interno Matteo Salvini. Nella prima udienza del
processo nel Palagiustizia barese di via Dioguardi, mentre
all'esterno delle aule di udienza un presidio antifascista di
associazioni studentesche, Cgil, Anpi, Rifondazione comunista,
con striscioni e bandiere intonava "Bella Ciao", il giudice ha
stralciato la posizione di 28 dei 33 imputati e ha trasmesso gli
atti nuovamente al pm perché i reati contestati non sono di
competenza monocratica. Ai 28 attivisti di CasaPound la cui
posizione è stata stralciata, il procuratore facente funzione
Roberto Rossi contesta il reato di riorganizzazione del
disciolto partito fascista e a dieci di loro anche quello di
lesioni personali aggravate. Nelle prossime settimane dovrà
formulare nei loro confronti una nuova richiesta di rinvio a
giudizio a seguito della quale sarà fissata l'udienza
preliminare.
Per gli altri cinque imputati, invece, compagni delle vittime e
tra i partecipanti al corteo antifascista di quella sera, il
processo proseguirà il 5 febbraio 2021. Sono accusati di
violenza e minaccia a pubblico ufficiale, perché dopo
l'aggressione, "nel tentativo di sfondare il cordone dei
militari", avrebbero minacciato e colpito con calci, pugni e
spintoni poliziotti e carabinieri.
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