E' stata la moglie del presunto
referente del gruppo criminale che spacciava droga su Santeramo
in Colle, nel Barese, a denunciare il marito dal quale si stava
separando, il pregiudicato 47enne Michele Lapalombella, e a far
partire le indagini dei carabinieri che oggi hanno portato a
nove misure cautelari. Quattro persone sono finite in carcere
(oltre Lapalombella, il 31enne Renzo Valentino Lanzolla, il
40enne Martino Pesce, il 43enne Giuseppe Moschetta), due agli
arresti domiciliari (il 47enne Erasmo Petragallo e il 34enne
Antonio Martino) e altre tre sono state destinatarie del
provvedimento del divieto di dimora nella città murgiana (il
54enne Antonio Capece, il 32enne Gaetano Digirolamo e la 34enne
Musa Nanushi).
Le intercettazioni e gli appostamenti dei militari hanno
documentato in quattro mesi, dal settembre 2019 al gennaio 2020,
120 cessioni di droga e 20mila telefonate riconducibili
all'attività illecita, nelle quali il gruppo dei pusher
concordava gli acquisti di marijuana, hashish e cocaina usando
un linguaggio criptico dando alle sostanze nomi di frutta e
verdura. Nel telefono della moglie "che coraggiosamente ha
denunciato", ha riferito il procuratore aggiunto di Bari Alessio
Coccioli, l'ex marito era stato memorizzato con il nome di
"Giuda". Gli accertamenti, coordinati dal pm Michele Ruggiero,
hanno ricostruito la rete degli acquirenti, soprattutto
giovanissimi provenienti anche dal Tarantino e Materano. Oltre
alle nove persone raggiunte dalle misure cautelari,
nell'inchiesta, denominata "Abracadabra" perché i pusher usavano
card telefoniche intestate a nomi fittizi, sono indagate
complessivamente 15 persone.
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