Sessantasette condanne (a pene
comprese tra i 6 mesi e i 3 anni 2 mesi e 15 giorni di
reclusione) e 25 assoluzioni: si è concluso così il processo
davanti al giudice monocratico di Lecce Pietro Baffa a 92
persone, molte delle quali aderenti al Movimento No Tap imputate
in tre procedimenti per i disordini compiuti tra il 2017 e il
2019 in occasione dell'avvio dei lavori per la realizzazione del
gasdotto Tap a Melendugno, in Salento. Tra gli imputati anche
gli attivisti che arrivarono in Salento da ogni parte d'Italia
per appoggiare la protesta del Movimento.
Le accuse, contestate a vario titolo, sono di violenza privata,
interruzione pubblico servizio, accensione pericolosa di
ordigni, deturpamento, danneggiamento, manifestazione non
autorizzata, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale,
violazione del divieto di ritornare a Melendugno. La condanna
alla pena più alta, invece, è stata inflitta a Giacomo
Montefusco, ritenuto uno dei capi della sommossa. Per 25
imputati il giudice ha disposto l'assoluzione perché attraverso
le foto e le riprese video non si è potuti arrivare ad una
identificazione certa.
L'accusa è stata sostenuta dal procuratore aggiunto Guglielmo
Cataldi e dai sostituti Francesca Miglietta e Maria Consolata
Moschettini. La società Tap (Trans Adriatic Pipeline), che si è
costituita parte civile in due dei procedimenti, sarà risarcita
in sede civile.
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