Oltre 25 mila episodi di spaccio di
droga sono stati documentati in circa un anno dalla Dda di Bari
in un condominio, la cosiddetta "palazzina L" in Via Caldarola
39/A, nel quartiere Japigia di Bari. Lì a turno, 24 ore su 24, i
40 presunti componenti di una associazione per delinquere di
narcotrafficanti e pusher vendevano a centinaia di clienti ogni
tipo di sostanza stupefacente. Molti di loro coprivano
l'attività di spaccio con lavori fittizi grazie ad un rapporto
di interscambio con imprenditori o ad amici di infanzia del
quartiere che si sarebbero prestati a questo meccanismo.
L'inchiesta dei carabinieri, coordinata dai pm Fabio Buquicchio,
Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, ha portato oggi alla
esecuzione di 35 misure cautelari (20 in carcere, sei quali già
detenuti, 14 agli arresti domiciliari e un obbligo di
presentazione alla pg). Tra questi ci sono 12 pregiudicati
ritenuti vicini al clan mafioso Palermiti di Bari, principale
fornitore del gruppo capeggiato dalla famiglia Martiradonna, che
però si avvaleva anche della collaborazione di pregiudicati del
Nord Barese e del sud del capoluogo, in particolare a Mola di
Bari, dove in casolare in campagna avveniva il confezionamento
della droga. Nel bazar di Japigia la droga veniva nascosta nel
vano ascensore, nelle intercapedini, nei tombini e sotto il
terreno.
Il giro d'affari stimato è di oltre 1 milione di euro, con
stipendi a corrieri e pusher tra i 300 euro a settimana e i 500
euro a trasporto. Nei 4 anni di indagini sono state arrestate in
flagranza 15 persone, sequestrati oltre 60 chili di droga e
numerose armi. Agli atti ci sono intercettazioni ambientali e
video e le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e
di una ventina di clienti tossicodipendenti.
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