Al "dinamismo che contraddistingue lo
scenario criminale" dell'Alto Tavoliere e del Gargano "si
contrappone il contingente momento di difficoltà del fenomeno
mafioso in Capitanata" dove le recenti operazioni hanno
"indebolito gli organici delle tre batterie in cui si articola
la società foggiana". "Non è escluso, tuttavia, che tale stato
possa facilitare un processo di aggregazione che troverebbe
nella creazione di un organismo comune di vertice anche di tipo
collegiale il suo massimo compimento". Lo scrive la Dia nella
relazione semestrale al Parlamento. "E' noto infatti - prosegue
- come le formazioni mafiose operanti nel territorio di Foggia e
provincia riproducendo i canoni d'impostazione strutturale della
'ndrangheta siano capaci di stabilire interconnessioni al loro
interno attraverso l'adozione di modelli tendenzialmente
federali cogliendo e sfruttando le nuove ed innovative sfide
della globalizzazione. La gestione di dinamiche e affari sempre
più vasti, diversificati e complessi ha portato infatti la
criminalità organizzata foggiana ad orientarsi sempre più verso
un schema consortile che nel perseguimento degli illeciti
obiettivi mette insieme le diverse articolazioni pur lasciando
loro una significativa autonomia". "Per tali motivi - conclude
la relazione- le mafie foggiane, particolarmente violente e
pervasive, vengono oggi definite da diverse ed autorevoli fonti
istituzionali quale l'espressione più pericolosa delle mafie
pugliesi. Da qui la necessità di contrastarle non solo nel modo
tradizionale ma anche attraverso iniziative di antimafia
sociale".
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