(ANSA) - BARI, 22 OTT - E' stata inaugurata oggi nel Pronto
soccorso del Policlinico di Bari la "rinnovata" stanza
dell'accoglienza per le vittime di violenza di genere, dedicata
già dieci anni fa ad Anna Costanzo, uccisa dal suo dal suo ex
compagno nella notte tra il 10 e l'11 luglio del 2009. Con la
ristrutturazione dell'intero Pronto soccorso, è stato
evidenziato, oggi la stanza rosa ha una sistemazione migliore ed
è stata ampliata secondo i criteri contenuti nelle linee guida
di Hospitality, progetto regionale per l'accoglienza nelle
strutture sanitarie pugliesi. Alla inaugurazione sono
intervenuti, tra gli altri, il presidente della Regione Puglia,
Michele Emiliano, il direttore sanitario del Policlinico,
Matilde Carlucci, il direttore del Pronto soccorso Vito
Procacci, il Garante regionale dei diritti dei minori, Ludovico
Abbaticchio, e il magistrato Alessio Coccioli.
"Ero sindaco di Bari - ha ricordato Emiliano - quando
costruimmo con la Procura il percorso del 'binario rosa' perché
uno dei luoghi dove la notizia di reato viene acquisita è
proprio il Pronto soccorso. La stanza rosa è un luogo gestito da
professionisti che accolgono chi è stata vittima di violenza e
l'assiste". Emiliano ha poi parlato del sistema che la Regione
Puglia ha dispiegato su tutto il territorio per sostenere le
donne e i soggetti più deboli nella denuncia degli episodi di
violenza: "Abbiamo raddoppiato i fondi regionali in questa
materia - ha detto - e siamo l'unica regione che dà il reddito
di dignità alle donne vittime di violenza".
"In questi ultimi sette anni - ha detto Procacci - una media
di trenta donne all'anno vittime di violenza si sono rivolte
nelle nostra struttura e sono state accolte nel rispetto estremo
della privacy e garantendo assistenza sanitaria psicologica e
legale".
"Da oggi continueremo ad essere operativi - ha aggiunto
Carlucci - ed ancora di più in questa fase di riorganizzazione
dell'intero Pronto soccorso". "La stanza dell'accoglienza - ha
evidenziato Coccioli - si inserisce nel protocollo sottoscritto
a livello nazionale sul cosiddetto 'Codice rosso' per garantire
non solo l'assistenza dell'aggredita ma anche la possibilità di
cogliere repentinamente i dati sull'aggressore e procedere
nell'azione di repressione". Per Abbaticchio, si tratta di "una
conferma del lavoro già svolto e di uno stimolo per diffondere
sempre più la mentalità di eguaglianza e rispetto senza alcuna
differenza di genere".(ANSA).