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Padre Pusceddu, prete di frontiera e pugile

Denunciato per minacce si difende, "sono estraneo alle accuse"

La denuncia per minacce lo ha molto turbato. Lo si vede nel suo sguardo e lo si percepisce nelle parole di don Massimiliano Pusceddu, il parroco di Vallermosa finito recentemente alla ribalta perché avrebbe colpito alla testa, con il calcio della pistola, un parrocchiano responsabile, a quanto pare, di aver maltrattato la moglie. La sua voce vibra mentre risponde alle domande su quella vicenda. "Ci sono indagini in corso e non posso e non voglio entrare nel merito della questione - dice il sacerdote all'ANSA - posso solo dire che sono estraneo alle accuse che mi vengono fatte. Questi sono i pericoli che si corrono quando un sacerdote si butta totalmente nel suo ministero e non rimane chiuso in sacrestia, ma cerca di prendersi a cuore i problemi della gente.

Lo stesso Papa Francesco ha detto che i 'pastori devono avere il profumo delle pecore'". Proprio nelle scelte e nel percorso di don Massimiliano c'è la voglia di stare vicini ai fedeli. Quaranta anni a marzo, ordinato sacerdote nel 1999 a 24 anni, è pugile, fondatore del movimento Apostoli di Maria con oltre 50 mila fedeli in tutto il mondo, è stato anche esorcista e ogni giorno si allena insieme ai ragazzi della squadra di calcio. "Ho sempre amato lo sport - racconta il sacerdote - credo sia il luogo propizio per l'evangelizzazione. Hai la possibilità di incontrare tutti i giovani, anche quelli che non vengono in parrocchia. Già da ragazzino sono stato pugile e sono arrivato anche a partecipare a competizioni dilettantistiche fino a sette otto anni fa, ma adesso mi dedico al calcio con i ragazzi".

L'8 ottobre del 2000 ha fondato il movimento Apostoli di Maria che lo scorso anno al palazzetto dello sport di Cagliari ha radunato oltre quattromila fedeli. "Il giorno in cui Papa Giovanni Paolo II ha consacrato il mondo al cuore sacro di Maria ho dato il via al movimento di preghiera - evidenzia ancora don Pusceddu - il nostro obiettivo è portare la preghiera del Rosario nelle famiglie. Sono un sacerdote a cui piace agire, forse diverso dagli altri. Cerco di stare vicino alla gente, ascoltare i loro bisogni e coinvolgerli nella fede".

Per tre anni padre Massimiliano è stato anche esorcista. "E' stata un'esperienza importante, entri in contatto con il male, con il demonio, con le vessazioni diaboliche. Solo con un cammino di fede e conversione si può arrivare alla liberazione". Non dice nulla delle esperienze vissute, delle gioie e dei momenti tristi. "Vivo l'emozione tutti i giorni - commenta - ti accorgi che il signore ti sostiene davanti a tante difficoltà, percepisci il suo amore e la Misericordia". E tra le difficoltà da affrontare, sicuramente, c'è anche la recente denuncia, ma il sacerdote è deciso a continuare nel suo percorso. Inizia le sue giornate con la preghiera, poi la Messa e, sia di giorno che di sera, riceve i fedeli. Proprio come al termine dell'incontro, quando ha finito di raccontare la sua storia e apre la porta della sacrestia e fuori, seduti sulla panche della piccola chiesa di Vallermosa, nonostante sia già tarda sera, ci sono quattro parrocchiani ad attenderlo.

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