Una domenica tra gli olivi sardi per scoprire le tradizioni e i costumi che ruotano intorno alle piante secolari. L'appuntamento, fissato per il 28 ottobre, coinvolge mezza Sardegna dal nord ala sud dell'isola: Berchidda, Bosa, Riola Sardo, Seneghe, Dolianova, Escolca, Genuri, Gonnosfanadiga, Serrenti, Villacidro, Giba, Masainas, Santadi, Ittiri, Uri e Usini. 14 comuni per altrettanti affascinanti itinerari in sei diverse province. È la seconda edizione della Camminata tra gli olivi organizzata dall'associazione nazionale Città dell'Olio con il patrocinio della Regione. In Gallura si passeggia sulla strada alle pendici del Limbara verso la località di S'orighina con l'antico mulino ad acqua.
Vicino a Cagliari si passeggia tra resti romani e olivi antichi come quelli di Arrita Floris e di Casa Pillatus, vecchia casa campidanese che racconta la storia agricola. Nel Medio Campidano il percorso si snoda tra oltre 800 olivi plurisecolari e vecchi frantoi ancora funzionanti e paesaggi incontaminati. Nella zona di Sassari in programma anche un mini corso per riconoscere e apprezzare alberi e coltivazioni. I tecnici dell'agenzia regionale Laore guideranno i percorsi in dieci comuni, mostrando le peculiarità e i pregi delle piante, alcune di quasi mille anni.
Centoventitrè comuni in tutta Italia hanno raccolto l'invito dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio e, nell'anno dedicato al Cibo Italiano, hanno organizzato una passeggiata (dai 2 ai 5 chilometri) arricchita da incontri e degustazioni sulla scia del successo dell'anno passato. Nel 2017 furono oltre 20.000 i partecipanti in tutta Italia agli eventi organizzati da 121 comuni.
"L'iniziativa della 'Camminata tra gli olivi' - ha detto l'assessore degli Enti locali Cristiano Erriu - inserita all'interno di un contesto che ha visto il doppio riconoscimento da parte dell'Unesco della dieta mediterranea tra i beni immateriali e degli uliveti italiani, rappresenta la dimostrazione di come il paesaggio rurale possa essere un valore aggiunto per le zone interne dell'Isola. Questo perché è in grado di integrare le politiche di sviluppo locale valorizzando l'offerta turistica, le produzioni e l'ambiente".
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