di Manuel Scordo
Si fingeva un ragazzino di 16 anni per adescare i bambini nelle chat presenti all'interno delle piattaforme delle consolle di videogiochi. Conquistava la loro amicizia chiacchierando e giocando con i game più noti come il Fortnite, riuscendo così ad ottenere i numeri di telefono per poi chiedere loro video e foto nudi: in cambio forniva ricariche per acquistare aggiornamenti del gioco. Una nuova trappola, mai utilizzata finora in Italia, escogitata da un presunto pedofilo cagliaritano di 28 anni e scoperta dagli agenti del compartimento della Polizia postale del capoluogo sardo nell'ambito di una accurata indagine culminata con l'arresto del giovane. Per lui sono scattate le accuse di detenzione di materiale pedopornografico, pornografia minorile e adescamento di minorenni.
Vittime almeno tre bambini di dieci anni. L'attività investigativa condotta dagli uomini guidati dal dirigente Francesco Greco, è iniziata un mese fa a seguito delle denunce delle mamme dei due bambini. Si erano accorte che i loro figli intrattenevano conversazioni sia nei canali dei videogames della consolle sia sul cellulare con i sistemi di messaggistica, con una persona che chiedeva loro l'invio di foto nudi. Le donne si sono subito rivolte agli agenti della Polpost che nel giro di breve tempo hanno individuato il 28/enne. La sua abitazione è stata perquisita e sono stati sequestrati telefoni, computer e supporti informatici. Nel telefono sono state trovate le prove dei contatti con le vittime: 24 video chat in cui i bambini si spogliano. Nelle memorie informatiche degli apparecchi del giovane sono stati poi scoperti video scabrosi e violenti. L'arrestato ha dichiarato di aver recuperato i filmati nel deep web, internet sommerso non indicizzato nei motori di ricerca.
Tutti i supporti informatici sono stati analizzati. Gli investigatori hanno così accertato che il 28/enne, spacciandosi una volta per 16/enne e una volta per uno di 9 anni, era riuscito a entrato in chat di gruppo di Whatsapp dei bambini allargando la ricerca di 'prede'. Aveva anche tentato di incontrare dal vivo una delle tre vittime, ma non ci era riuscito. Quando gli investigatori lo hanno ammanettato per portarlo in cella a Uta, avrebbe detto sommessamente: "lo so, sono malato". "Chi si macchia di reati del genere merita il carcere immediato, certezza della pena e in caso di violenza sessuale accertata - come avviene in altri Paesi europei - castrazione chimica. Tolleranza zero senza se e senza ma". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha commentato l'arresto del 28/enne. Dalla Polpost un appello alle famiglie: "Non lasciate mai i bambini da soli a giocare con le consolle collegate a internet. Anche i videogiochi possono diventate un canale per chi cerca di adescarli"