Dopo le scritte intimidatorie al consigliere di minoranza di Tuli (Sud Sardegna) Serafino Madau, che già a novembre scorso era stato oggetto di un messaggio di minacce, i quattro consiglieri di Uniti per Tuili, Madau compreso, rassegnano le dimissioni, annunciando che neppure i non eletti si renderanno disponibili alla surroga e aprendo di fatto una sorta di crisi nel piccolo comune che conta 12 consiglieri. Non senza polemiche.
"Quelle scritte in rosso chiedono il nostro silenzio per mantenere inalterato lo stato delle cose - attaccano - La vicenda dimostra chiaramente che il paese è diviso a metà tra chi desidera la continuità politico-amministrativa con le passate amministrazioni e chi invece creda nella alternanza rappresentata dal nostro Gruppo, serio, propositivo e motivato".
Ricordando le tre intimidazioni nei confronti di Madau, gli ormai ex consiglieri stigmatizzano la mancata convocazione del consiglio comunale urgente e straordinario aperto alla popolazione per discutere dell'accaduto. "Ci saremmo aspettati una ferma condanna da parte di tutto il consiglio Comunale, che scaturisse in un atto deliberativo votato all'unanimità e di seguito inviato al Ministero dell'Interno, al Prefetto di Cagliari nonché alle forze dell'ordine presenti nel territorio - osservano - Ci vediamo costretti a prendere atto della impraticabilità del nostro ruolo in seno ad un tale Consiglio, stante la situazione venutasi a creare, ci sentiremmo minacciati e non più liberi di esprimere compiutamente le nostre posizioni".
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