Primo confronto tra candidati alla presidenza della Regione senza regole "all'americana": nessun cronometro a scadenzare gli interventi e nessun divieto di sovrapporsi. Il dibattito, durato tre ore, è stato organizzato dalla Cisl, secondo sindacato dopo la Uil a moderare gli aspiranti governatori in gara alle regionali del 24 febbraio. Assenti Christian Solinas (centrodestra), "per un impegno dell'ultimo momento", e Vindice Lecis (Sinistra Sarda) al lavoro nei territori per la campagna elettorale, mentre Paolo Maninchedda (Partito dei Sardi) abbandonerà la sede di via Ancona a Cagliari anzitempo per appuntamenti in Gallura.
Prima di passare la parola a Francesco Desogus (M5s), a Maninchedda, Andrea Murgia (Autodeterminatzione), Mauro Pili (Sardi Liberi) e Massimo Zedda (Progressisti di Sardegna), il segretario della Cisl Gavino Carta introduce i lavori mettendo sul piatto i temi più caldi per il sindacato: lavoro, formazione e scuola, imprese e sviluppo, infrastrutture materiali e immateriali, mobilità, ambiente, politiche sociali e sanitarie, autonomia, entrate, riforma della Regione, rapporti con l'Europa.
Ma - anche per il contesto - è il rapporto della politica con le parti sociali ad essere centrale negli interventi di almeno due dei candidati. "La Sardegna ha bisogno di un sindacato fortissimo", esordisce Mauro Pili, ricordando che nei suoi venti mesi da governatore "quando la Giunta propose lo stanziamento di 20 milioni di euro per l'obbligo formativo, Cisl ne chiese 60, e alla fine si mediò su 50". Il senso, argomenta il leader di Unidos, è che "bisogna sempre alzare l'asticella nelle pretese e nelle ambizioni: se il sindacato non fa pressione, la classe politica si perde".
Massimo Zedda spiega che "l'abitudine all'ascolto è un corretto metodo di lavoro da applicare anche nei rapporti col sindacato, una buona pratica per chi governa". Quindi, precisa il candidato del centrosinistra, "l'ascolto va istituzionalizzato, e l'obbligo in questo senso deve essere già presente nelle dichiarazioni programmatiche: a Cagliari ho sempre promosso questo meccanismo".
Paolo Maninchedda entra subito nel merito delle questioni. E stavolta enfatizza il tema del "deprezzamento del lavoro": "Stiamo importando tariffe orientali, 800 euro per 12 ore di lavoro, dobbiamo dire no all'orientalizzazazione degli stipendi e mai più sotto i mille euro".
Secondo Murgia di Autodeterminatzione "il tema dei temi è quello della dispersione scolastica. "Facciamo un patto - propone - chiunque vinca: nel programma di tutti ci deve essere l'obiettivo dispersione zero, sono disposto a sottoscriverlo subito".
Desogus (M5s), il primo a parlare, chiarisce in premessa: "Le proposte di Carta non fanno una piega, corrispondono a ciò che noi diciamo, e credo che tanti punti dei programmi siano sovrapponibili". Ma, a questo punto, puntualizza, "bisogna fare un discorso di credibilità: se i problemi ci sono, qualcuno li avrà creati, non il M5s che non ha mai governato".