Quattro patteggiamenti, una richiesta di rito abbreviato e 15 rinviati a giudizio con processo fissato il 12 luglio prossimo davanti al collegio della seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari, presieduta da Giovanni Massidda. Si è chiusa così l'udienza preliminare nata dall'inchiesta denominata "Caro estinto" che ha coinvolto i necrofori di cinque ospedali cagliaritani: avrebbero stretto un patto segreto con le agenzie funebri, agevolate in cambio di denaro, per 'pilotare' le esequie.
Chiusa l'indagine che ha coinvolto 140 persone, il pm Giangiacomo Pilia aveva chiesto il rinvio a giudizio per 22 tra necrofori ospedalieri e titolari di pompe funebri accusati a vario titolo di truffa aggravata, peculato, falso in atto pubblico e induzione indebita. Davanti al Gup Roberto Cau in quattro hanno deciso di patteggiare pene sotto i due anni, un quinto ha chiesto l'abbreviato e in 15 andranno a processo.
Richieste di decreto penale di condanna erano già state formulate dal pm nei confronti degli altri imputati, circa 120 finiti sotto inchieste per reati minori. Secondo l'accusa, negli obitori degli ospedali Brotzu, Santissima Trinità, San Giovanni di Dio e Marino era stato creato un business illegale tra agenzie funebri e personale ospedaliero: segnalazioni di decessi in cambio di denaro così da accaparrarsi i servizi del defunto. A maggio di due anni fa erano scattati i provvedimenti cautelari: arresti domiciliari nei confronti di 20 persone e 168 indagati a piede libero. Telecamere e microspie dei carabinieri avevano svelato lo scandalo delle mazzette pagate dal 2013 e al 2015: un giro d'affari di oltre mezzo milione di euro.