Convalidato l'arresto, il Gip dispone i domiciliari per l'ex sequestrato arrestato con l'accusa di tentato omicidio. "Se voglio uccidere non sbaglio".
Così Gianni Murgia, 71 anni, ha chiarito al giudice del Tribunale di Cagliari, Giampaolo Casula, che non aveva alcuna intenzione di ammazzare il pastore, vicino di terreno, ferito da un colpo di pistola perchè il suo gregge aveva sconfinato nella vigna di Murgia. Nell'udienza di convalida l'ex sequestrato di Dolianova, difeso dall'avvocato Leonardo Filippi, ha parlato per circa un'ora e mezza, chiarendo che aveva portato la pistola con sé per paura dell'allevatore, che ha una stazza molto più imponente della sua, e di averla caricata a pallini proprio perché non voleva usarla per uccidere.
Al giudice l'imprenditore ha detto che aveva paura del vicino e di aver sparato alla mano quando l'ha visto alzarla con il timore che lo volesse picchiare. "Il Gip ha convalidato l'arresto ma ha anche firmato l'ordinanza di scarcerazione e disposto i domiciliari", ha confermato l'avvocato Filippi al termine dell'udienza di convalida. Nelle prossime ore l'ordinanza del giudice Casula sarà trasmessa al carcere di Uta per essere eseguita già nel primo pomeriggio. Murgia è noto alle cronache per essere stato ostaggio dell'Anonima sequestri: era stato rapito il 20 ottobre 1990 e rilasciato dopo 83 giorni in seguito al pagamento di un riscatto di 600 milioni di lire. E' stato arrestato dai carabinieri perché qualche giorno fa, in tarda serata, ha sparato contro un pastore di 34 anni di Serdiana in località Is Paulis: le sue pecore erano finite nella vigna dell'imprenditore. I due si sarebbero scambiati insulti, poi il colpo di pistola e il ferimento del 34enne, fortunatamente in modo lievi: l'uomo è stato già dimesso.