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Mesina scarcerato per decorrenza termini

Mesina scarcerato per decorrenza termini

Cade misura cautelare per mancato deposito motivazione sentenza

NUORO, 08 giugno 2019, 11:04

Redazione ANSA

ANSACheck

GIUDICI NON DEPOSITANO MOTIVAZIONI SENTENZA, MESINA LIBERO - RIPRODUZIONE RISERVATA

GIUDICI NON DEPOSITANO MOTIVAZIONI SENTENZA, MESINA LIBERO - RIPRODUZIONE RISERVATA
GIUDICI NON DEPOSITANO MOTIVAZIONI SENTENZA, MESINA LIBERO - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Sono felicissimo, non me lo aspettavo. Finalmente respiro di nuovo l'aria del mio paese". Graziano Mesina, l'ex primula rossa del banditismo sardo, è tornato a Orgosolo (Nuoro), dove è nato 77 anni fa, subito dopo aver lasciato il carcere nuorese di Badu 'e Carros, dove era rinchiuso dal 10 giugno del 2013, quando venne arrestato per un traffico internazionale di droga.
Accusa che gli è costata, nel processo d'appello svoltosi a Cagliari nel 2018, una condanna a 30 anni di carcere, anche se lui si è sempre professato innocente. Mesina è stato scarcerato per decorrenza dei termini: le motivazioni della sentenza d'appello, infatti, non sono ancora state depositate, facendo dunque decadere la misura cautelare. "La legge dice che un cittadino in Italia non può essere detenuto più di sei anni in condizione di misura cautelare - spiega all'ANSA l'avvocata Maria Luisa Venier, una delle due legali di Mesina (l'altra è Beatrice Goddi, che l'ha accompagnato dal carcere a Orgosolo) -. Mesina è ancora in attesa di giudizio, ora resta libero fino alla sentenza definitiva della Cassazione".
A 77 anni 'Grazianeddu' torna dunque un uomo libero. Una gioia che aveva già assaporato con la grazia concessagli nel 2004 dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, con la quale fu dato un colpo di spugna a tutta la sua lunga carriera criminale.
Mesina è stato uno dei principali esponenti del banditismo sardo nel Novecento, coinvolto in numerosi crimini che gli erano costati l'ergastolo e protagonista anche di diverse evasioni.
Al processo d'appello a Cagliari aveva rilasciato alcune dichiarazioni nelle quali si era dichiarato innocente. "Quando ho commesso reati - aveva detto Mesina davanti alla Corte - me ne sono sempre assunto le responsabilità. Ma dopo la grazia non ho mai fatto nulla di ciò di cui vengo accusato. Mi mantenevo con vari lavori, rilasciando interviste a pagamento ai giornalisti oppure facendo altre attività".
Ma stando alla ricostruzione della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, vi erano due associazioni a delinquere, una con base a Cagliari e l'altra a Orgosolo, che avrebbero avuto ai propri vertici proprio Mesina. Il blitz delle forze dell'ordine era scattato il 10 giugno 2013 con l'arresto delle due bande (26 affiliati in tutto) e la contestazione dell'associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga dall'Italia alla Sardegna, ma anche estorsioni e altri gravi reati.
Per Mesina ora è stato disposto l'obbligo di firma giornaliero e non potrà uscire dalla propria abitazione dalle 22 alle 6. "E' tutto cambiato in sei anni qui, stavo andando alla vecchia caserma, anche quella è nuova", ha detto con un sorriso prima di entrare nella nuova sede che ospita la stazione dei carabinieri, inaugurata proprio qualche settimana fa. Poi Mesina si è recato a casa della sorella Giuseppa, in Corso Repubblica, dove ha salutato i nipoti e dove trascorrerà la notte.

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