di Maria Giovanna Fossati
Le vigne delle morbide colline di Sorgono raccontano la tradizione millenaria del vino rosso, composto da un mix di uvaggi: Cannonau Muresteddu, Bovale e Monica, il cui prodotto dà vita a un'importante realtà di questo borgo a 700 metri d'altezza, che sorge al centro della Sardegna e rappresenta storicamente il capoluogo del Mandrolisai. Il vino e "Sa innenna" (la vendemmia) sono state al centro di Autunno in Barbagia, la manifestazione itinerante conosciuta come "Cortes Apertas", promossa dalla Camera di Commercio di Nuoro e dell'Aspen.
Sabato 19 e domenica 20 ottobre Sorgono, insieme a Belvì, distante una ventina di chilometri, hanno spalancato le Cortes e messo in vetrina i prodotti dell'enogastronomia, dell'artigianato e delle tradizioni tipiche della zona. A Sorgono la giornata di domenica è iniziata con la vendemmia, che da queste parti, visto l'altura della collina, inizia intorno al 10 ottobre. Proprio come succedeva un tempo, il carro a buoi ha portato l'uva in paese, dove nella piazza principale i contadini hanno presentato le diverse fasi di lavorazione dell'uva: "sa catziadura", ovvero la pigiatura dell'uva sui tini con i piedi nudi; "s'iscupadura", la separazione del raspo dal liquido e infine "sa prentzadura", ossia la torchiatura.
Una pratica che ha affascinato le migliaia di visitatori di Autunno in Barbagia, in cui Sorgono ha messo in vetrina oltre al vino i prodotti artigianali, come le pipe e le maschere antropomorfe di Is Arestes e S'Urtzu: "Sorgono è una miniera di storia dove si percepisce il passato dai numerosi resti preistorici, soprattutto di età nuragica e dove respiri nell'aria i fasti del Medioevo quando il paese rientrava nel giudicato d' Arborea ed era il capoluogo del Mandroloisai, soprattutto attraverso i palazzi delle quattro famiglie nobili - raccontato Federico Farci, fotografo di Sassari, uno dei tanti visitatori - E' una realtà che ha vissuto molto di terziario essendo il riferimento di questa parte della Barbagia ma ha dato vita a delle belle realtà imprenditoriali, come le cantine Mandrolisai che rappresenta il fiore all'occhiello di questo territorio. Ma sono tanti i cibi tipici che questo paese ha conservato, eccellente la zuppa di "lampazzu" preparata con erba locale e formaggio acido che esiste solo qui".
Per l'occasione si sono svolte le premiazioni del concorso enologico regionale Wine and Sardinia, con 21 riconoscimenti assegnati ad altrettanti vini sardi. A due passi da Sorgono, Autunno in Barbagia ha proposto anche Belvì, paese alle pendici del Gennargentu circondato da boschi di noccioli, noci e castagne che costituiscono anche la colonna portante dell'economia del posto. Il paese di poco più di 500 abitanti ha mostrato con orgoglio le sue Cortes, gli scorci suggestivi e i piatti tipici: "Le castagne e i marroni sono dei frutti prelibati in questo periodo che con le noci e le nocciole danno vita a tanti dolci tipici come le caschettes, la pasta violada farcita con nocciole e miele e aromatizzate all'arancio - racconta una delle visitatrici, Anna Rita Pintore, infermiera di Nuoro -. Il centro abitato conserva le stradine strette e tortuose acciottolate e le case con le architetture tipiche. Colpisce il fatto che gli abitanti del paese mostrino con orgoglio i propri prodotti locali: dal cibo, ai costumi tradizionali esposti ad ogni corte ai tessuti artigianali. Belvì è un borgo che ti affascina ad ogni angolo, così come il suo territorio: dall'oasi Su de Maccioni, alla pineta di Pitz'e Pranu, alla foresta di Uatzo, attraversata dal Trenino verde, la ferrovia turistica che fa tappa nella vecchia stazione di Belvì".