Patto sulla pasta tra agricoltori e consumatori per l'acquisto di prodotti garantiti, locali e tracciati. Sardi al 100%, coltivati e trasformati nell'isola. La sigla sull'intesa tra Coldiretti e Adiconsum è stata apposta in occasione della presentazione della pasta e del marchio "Solo sardo", prodotta dai cerealicoltori sardi. I pacchi di pasta "Solo sardo" sono già pronti con una confezione trasparente e un'etichetta gialla con la Sardegna in primo piano. Mosse strategiche per una inversione di tendenza.
Negli ultimi 14 anni la Sardegna ha perso il 78% della terra destinata a grano. Da quasi 97mila ettari del 2004 si è passati a poco più di 20mila nel 2018. Un tracollo anche tra i cerealicoltori: meno 50%. Una fuga dal grano legata anche alla discesa del prezzo negli ultimi cinque anni: dai 30 euro del 2014 - ha denunciato Coldiretti - si è passati ai 27 dell'anno successivo sino ai 21 euro del 2016. Morale della favola: "Il grano - spiega l'associazione - era remunerato meglio 40 anni fa: 48mila lire al quintale". La pasta Solo sardo nasce grazie alla cooperativa Isola sarda in collaborazione con Fdai (filiera agricola italiana). La semola utilizzata è a grana grossa, a basso contenuto di ceneri e con proteine di alta qualità impastata con acqua fredda. Ai soci della cooperativa è riconosciuta una equa remunerazione.
"Si parte dalla pasta - ha anticipato il direttore di Coldiretti Luca Saba - ma intendiamo allargarci anche a pomodori, uova, riso e altre referenze". "Una giornata importante - spiega io presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu - con questo nuovo marchio e con la sigla del patto con i consumatori vogliamo che si segni finalmente una svolta per il settore".
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