Preoccupazione nel mondo delle campagne sarde: la Regione ha ricevuto una lettera di infrazione da parte della Ue per la concentrazione di nitrati sui terreni agricoli di alcune zone dell'isola. L'allarme è lanciato dal Centro studi agricoli. Secondo le informazioni in possesso dell'organizzazione tre sarebbero le contestazioni. La prima riguarda "la consistenza delle reti di monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee, si contesta la riduzione nel numero di stazioni di controllo". In secondo luogo si esprime "un giudizio di scarsa efficacia del Programma d'azione della Zona Vulnerabile da Nitrati (ZVN) di Arborea basato sull'apparente trend in peggioramento mostrato dai dati di monitoraggio". Terzo, si parla di "mancata designazione di nuove zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, laddove le attività di monitoraggio delle acque hanno rilevato superamenti delle concentrazioni limite di nitrati (50 mg/l) nelle acque sotterranee e corpi idrici superficiali in stato ipertrofico e eutrofico".
La Regione, secondo quanto riferisce l'associazione, avrebbe subito individuato una zona "pilota" per svolgere un'indagine territoriale soprattutto nel nord Sardegna. E il Csa esprime tutta la sua preoccupazione per i primi risultati delle analisi.
"Si capisce che se questo grave problema non sarà gestito bene da parte della Regione - afferma Tore Piana, presidente dell'organizzazione - sarà un colpo mortale per le aziende agricole che rientreranno all'interno dei perimetri delle delimitazioni delle ZVN".
Csa entra nel dettaglio: "Per queste aziende gli obblighi saranno: divieto di eseguire concimazioni alle colture con concimi azotati superiori ai 170 Kg per ettaro rispetto ai circa 370/400 necessari alle colture agricole, la costruzione di depositi di stoccaggio degli effluenti di allevamento, particolari norme sulla 'condizionalità', pratica questa - conclude Piana - obbligatoria per poter ricevere i contributi del premo Unico della PAC. Un onere che le aziende agricole della Sardegna, affette da una profonda crisi economica, non possono proprio accollarsi".
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