Sono oltre 7mila i cittadini che hanno chiesto con una petizione ai ministri delle Politiche agricole e dell'Ambiente e all'assessore dell'agricoltura della Regione Sardegna una moratoria di tre anni della pesca dei ricci di mare, monitoraggi marini e provvedimenti di sostegno ai pescatori temporaneamente impossibilitati alla pesca.
La petizione popolare, promossa dal Gruppo d'intervento Giuridico, ha l'obiettivo di scongiurare la scomparsa dei ricci dai mari dell'isola e di avviare un piano di salvaguardia a medio-lungo periodo. "Questa specie - spiega l'associazione ecologista - è in via di rapida rarefazione, in particolare nei mari sardi a causa del pesante prelievo a fini gastronomici, tant'è che sempre più ristoratori, giustamente, li escludono dai propri menù. Imperversa, poi, il prelievo abusivo e non si contano i sequestri da parte delle forze dell'ordine. Sono ancora allo stadio sperimentale gli allevamenti di Ricci. La situazione è davvero grave e necessita forti misure di salvaguardia, quantomeno la sospensione della raccolta per almeno tre anni".
Il Grig ricorda poi il rapporto dell'Agenzia regionale Agris di ottobre sul monitoraggio dei ricci nei mari sardi. "I dati sono semplicemente drammatici - spiegano gli ambientalisti - la pesca da un livello 'stagionale' e marginale degli anni 80 ha assunto sempre più caratteristiche 'industriali': nella tradizione del consumo dei ricci non esisteva l'uso delle gonadi di riccio conservate per la preparazione di pietanze che invece attualmente rappresentano la principale forma di vendita ed inoltre la stagione di raccolta e relativo consumo fresco avveniva esclusivamente nella stagione invernale. Sono necessari dai 295 ai 1.212 ricci, in base alle dimensioni, per ricavare un chilo di polpa e in 10 anni risultano prelevati dai pescatori professionisti oltre 25 milioni di ricci".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA