"Il nostro terzo Natale fuori dalla nostra casa: buon Natale". "I nostri sacrifici". "Dove siete? Due anni sono passati ed è tutto come prima". "Vogliamo il nostro: nulla di più, nulla di meno". "Vogliamo tornare a casa". Sono gli striscioni esposti dagli abitanti di via Vittorio Emanuele che riprendono la protesta a due anni e mezzo dall'incendio che devastò il loro condominio.
La notte del 19 luglio 2017 l'enorme edificio che completa l'isolato tra l'ingresso di Alghero e via Barraccu, via Mazzini e via Botticelli andò a fuoco, costringendo tante famiglie a lasciare le proprie abitazioni. Ma a distanza di tempo, i segni del fumo e delle fiamme sono ancora lì. Da qualche giorno sono oscurati dagli striscioni appesi da un comitato di residenti, che hanno addobbato di rabbia e delusione le inferriate intorno al palazzo ancora annerito dal rogo che ha provato la struttura portante del palazzo.
Lenzuola bianche con scritte nere per una protesta misurata e un appello: "Vogliamo tornare a casa".
Secondo i recenti sviluppi investigativi la colpa di quell'incendio è nell'imprudenza di un cliente di Risparmio Casa, il centro commerciale al piano terra dello stabile.
Avrebbe gettato un mozzicone di sigaretta che poi è finito in una grata e da lì negli spazi di servizio al primo sottopiano, dove ci sono anche i garage condominiali. Le fiamme salirono sino all'esercizio commerciale. Il rogo costrinse oltre 50 famiglie a lasciare in fretta e furia le proprie abitazioni e a cercare riparo altrove. Da allora il pellegrinaggio li ha portati prima nelle sale parrocchiali della vicina chiesa del Rosario, poi nel convitto per gli studenti dell'Alberghiero, in via Tarragona, e da lì in poi ad arrangiarsi ognuno come ha potuto. Ma ora la loro pazienza è finita.
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