La centrale per il rifornimento di droga era un chiosco di panini in viale Bonaria a Cagliari; qui arrivavano acquirenti dal Sulcis e dall'hinterland del capoluogo per comprare soprattutto cocaina, ma anche hascisc e marijuana. È stata battezzata 'hot dog' l'operazione contro lo spaccio di sostanze stupefacenti condotta dai carabinieri della Compagnia di Carbonia.
In manette sono finiti Francesco Melis, 31 anni, titolare del chiosco 'Lo Sfizio', ritenuto dagli investigatori dell'Arma il grossista, Salvatore Urigu, di 52, di Sant'Antioco e il nipote Gian Manuel Pau, di 27, di Carbonia. Questi ultimi, stando alle risultanze delle indagini, si occupavano dello spaccio nel Sulcis. I tre sono stati raggiunti questa mattina da una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Per Melis però è poi scattato l'arresto in flagranza ed è finito nel carcere di Uta: nel corso delle perquisizioni nella cella frigorifera del chiosco, infatti, sono stati trovati 100 grammi di cocaina e 113 grammi di marijuana. Sei complessivamente gli indagati in stato di libertà, tra questi il fratello di Melis: nella sua abitazione i carabinieri hanno trovato 115mila euro in contanti.
LA DROGA CHIAMATA "PANINO" - "Preparami 50 panini". Chiamavano così la droga Salvatore Urigu e il nipote Gian Manuel Pau quando ordinavano la cocaina a Francesco Melis, titolare del chiosco, che poi la consegnava anche in orario di lavoro, con l'attività aperta al pubblico. Per nascondere lo stupefacente Melis le aveva escogitate tutte: dentro la cella frigorifera, infilato sul tetto con una calamita, all'interno di lattine di bibite, sempre bloccando la merce con dei magneti.
Le indagini dei carabinieri di Carbonia sono scattate nell'aprile del 2018, quando hanno iniziato a seguire gli spostamenti di alcuni spacciatori del Sulcis. Hanno così scoperto che si rifornivano a Cagliari nel chiosco di panini posteggiato in viale Bonaria. Il 27 gennaio dello scorso anno il primo arresto, quello di Fabio Cadeddu, bloccato dopo l'acquisto di 50 grammi di cocaina. Secondo quanto accertato dagli investigatori dell'Arma, la paninoteca ambulante smerciava sino a 50 grammi di cocaina a settimana, con un giro d'affari di oltre 30mila euro al mese. Tra gli indagati, tutti accusati di concorso in spaccio di droga, spiccano due persone accusate anche di tentata estorsione: avrebbero minacciato e picchiato un altro indagato per ottenere il pagamento di una partita di cocaina che ancora non aveva saldato.
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