Merce che deperisce e ordini annullati: è l'amara Pasqua dei pasticceri artigiani della Sardegna fermati dal virus e burocrazia. In un mese oltre 15 milioni di euro di danni. La rabbia delle 774 imprese sarde del settore e 1819 addetti viene denunciata da Confartigianato. Quintali di cioccolato che deperiscono nei depositi, tonnellate di farina e zucchero inutilizzabili, migliaia di uova rispedite al mittente, ettolitri di latte da smaltire ma anche impastatrici ferme, ordini annullati e personale in cassa integrazione o, se va bene, in ferie forzate: sono oltre 542 le imprese artigianein crisi che rappresentano il 70,1% del comparto.
Secondo uno studio dell'Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, è colpita dal lockdown la vendita diretta della pasticceria artigianale, a vantaggio dei prodotti venduti attraverso il canale della distribuzione commerciale. "Siamo i primi a rispettare le regole per difendere la salute dei cittadini - afferma Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - ma non accettiamo un'interpretazione della norma che si traduce in una palese e assurda penalizzazione delle nostre produzioni a vantaggio di altre tipologie di prodotti di pasticceria. Così si colpiscono le nostre aziende e si nega libertà di scelta ai consumatori".
Al settore, infatti, nell'Isola come nel resto d'Italia, oltre alla vendita, è stata vietata soprattutto produzione dei prodotti; secondo un'interpretazione governativa del Dpcm dell'11 marzo 2020, in materia di contenimento dell'emergenza Covid-19, le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro prodotti nemmeno attraverso la modalità di asporto che è consentita invece ad altre attività, mentre è consentita la consegna a domicilio.
Per l'associazione artigiana, lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie rappresenta "un'assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione, ai quali è invece permessa la commercializzazione di prodotti dolciari". Per questo, Confartigianato ha scritto al Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, per sollecitare un intervento che faccia chiarezza nelle interpretazioni delle norme. .
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