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Riformatori, modifica codice appalti per la Fase 2

Mozione in Consiglio. Cossa, superare norme freno a uso risorse

In Sardegna la ripartenza deve passare per la riattivazione delle opere pubbliche, anche con forti iniezioni di liquidità, ma questo può avvenire solo superando l'attuale codice degli appalti. La proposta è contenuta in una mozione che il gruppo dei Riformatori ha appena depositato in Consiglio regionale.

"Le norme sugli appalti rappresentano il freno maggiore all'utilizzo di ingenti risorse pubbliche - ha spiegato Michele Cossa durante una videoconferenza - un problema sistemico intollerabile rispetto alla fase che stiamo vivendo, considerato che il tempo medio per la realizzazione di un'opera varia dai tre anni per quelle di valore più esiguo (fino a 100mila euro), agli oltre 14 per quelle più importanti". Due gli indirizzi da seguire: allineare la legislazione italiana a quella comunitaria e di altri Stati membri come Francia e Germania; spostare i controlli alla fase successiva all'assegnazione dell'appalto, prevedendo pene certe e tempestive per chi non rispetta le regole.

Da qui le richieste contenute nella mozione che impegna il presidente della Regione a elaborare una proposta da presentare in Conferenza delle Regioni e al Governo per il recepimento nell'ordinamento italiano delle tre direttive europee del 2014 che si occupano della materia e attuate in modo "distorto" dall'Italia, per l'abrogazione del codice degli appalti, e per l'adeguamento della normativa regionale. "I tempi lunghi a cui le opere sono sottoposte determina un impatto pesantissimo sull'economia - ha sottolineato il capogruppo Aldo Salaris - nessuna politica Keynesiana può produrre risultati con una normativa del genere".   

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