Il distanziamento sociale tradotto con il linguaggio dell'arte: la pandemia ha influenzato il processo creativo di pittori, scultori e musicisti, e il risultato è nelle opere che raccontano il periodo del lockdown. È questo il filo conduttore di "Insieme a te non ci sto più", mostra inedita dell'artista 39enne di Sassari Narcisa Monni che sarà inaugurata il 13 agosto alle 19 negli spazi museali della Stazione dell'Arte di Ulassai dedicata a Maria Lai. Oltre quaranta opere realizzate da Monni negli ultimi mesi compongono la rassegna, curata dal direttore Davide Mariani con il supporto del Comune di Ulassai, della Fondazione di Sardegna e della Regione.
"La mostra è un fuori programma, e questo perché le opere in mostra fino a tre mesi fa non esistevano e forse non sarebbero neanche mai esistite - racconta il direttore del Museo - Abbiamo scelto di dare spazio a questo lavoro perché crediamo che i musei abbiano il compito di intercettare le espressioni contemporanee più significative. Siamo nel pieno di una frana e l'arte, per citare Maria Lai, può suggerire una direzione, una via da seguire per la salvezza, come quel nastro celeste che legò le case alla montagna per chiederle pace".
Durante i mesi di isolamento, Narcisia Monni ha dato vita a una serie di opere di grande intensità, che restituiscono uno spaccato privato di uno dei momenti più bui della storia contemporanea. Il progetto è scandito da una sorta di diario del lockdown attraverso una produzione giornaliera postata quotidianamente sui social. Nei suoi lavori vengono rappresentati i concetti di perdita e abbandono, chiave interpretativa dell'opera dell'artista che propone la sua intima riflessione maturata a Ittiri, nella sua casa d'infanzia dove ha passato l'isolamento. "Durante la quarantena ero molto spaventata - confessa la pittrice - Ho fatto l'unica cosa che potevo fare per non impazzire. Alla fine, ci ho preso la mano e in due mesi ho realizzato ottantacinque carte, non facevo praticamente altro: un'esperienza bellissima".