Undici comuni insieme per la tutela e la gestione delle zone umide e delle aree marine del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis. Tra gli obiettivi anche la nascita della prima zona marino-costiera in Sardegna completamente "Plastic free" con la riduzione dell'utilizzo della plastica monouso. Oggi, alcuni dei sindaci e rappresentanti degli 11 comuni protagonisti del progetto Maristanis, si sono incontrati nella sede dell'assessorato regionale della Difesa dell'Ambiente per presentare il Piano d'azione del contratto di costa.
Sei i macro obiettivi proposti. Tra queste, il miglioramento dello stato ecologico delle zone umide di importanza internazionale (siti Ramsar), la tutela e la conservazione della biodiversità di questo territorio, la riqualificazione del paesaggio naturale e urbano e la valorizzazione del patrimonio culturale. Il contratto di costa è uno strumento volontario di partecipazione negoziata e partecipata diffuso oggi in tutta Italia: al momento è adottato da undici regioni italiane con più di 93 contratti in lavorazione e undici già stipulati.
"Il contratto di costa dell'Oristanese - spiega Alessio Satta, presidente di Medsea - è particolarmente interessante perché coinvolge 6 delle 8 zone umide di importanza internazionale (siti Ramsar) della Sardegna e l'Area marina protetta penisola del Sinis Mal di Ventre". Il contratto, che sarà sottoscritto ufficialmente a novembre prossimo, è il principale risultato de progetto Maristanis, finanziato dalla Fondazione Mava e coordinato dalla fondazione Medsea, nata a Cagliari nel 2015 con principale obiettivo la tutela e la gestione di 6 zone umide di importanza internazionale protette dalla Convenzione di Ramsar: gli stagni di Sale 'e Porcus, Cabras, Mistras, Pauli Maiori, S'Ena Arrubia, Corru S'Ittiri, San Giovanni e Marceddì. Undici i comuni coinvolti: Arborea, Arbus, Cabras, Guspini, Nurachi, Oristano, Palmas Arborea, Riola Sardo, San Vero Milis, Santa Giusta e Terralba.
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