E' attesa in giornata l'adozione di una nuova ordinanza da parte della Regione Sardegna, unica in zona bianca in tutta Italia, per inasprire i controlli in ingresso nell'Isola per evitare l'assalto alle seconde case per Pasqua, controlli già in vigore da lunedì 8 marzo: si può entrare solo con un certificato di avvenuta vaccinazione anti-Covid o di negatività al tampone, oppure sottoponendosi a un test rapido dopo lo sbarco.
Tuttavia, apprende l'ANSA, per evitare che i passeggeri possano sfuggire alle verifiche, il governatore Christian Solinas sta predisponendo un'ulteriore stretta che dovrebbe prevedere l'operatività di tutte le forze in capo alla Regione, dai forestali ai barracelli. Per attuare il nuovo giro di vite dovrebbero entrare in campo anche tutte le forze dell'ordine, come emerge dai ripetuti contatti che la Regione ha avuto in questi giorni con le Prefetture.
Il provvedimento di Solinas è molto atteso, soprattutto in vista delle festività di Pasqua e considerato che sono ammessi gli spostamenti dalle Regioni rosse alle zone bianche di migliaia di proprietari di seconde case non residenti nell'Isola. La questione è al centro del dibattito politico: ieri sera è sfumata in Consiglio regionale la condivisione di un ordine del giorno unitario per chiedere al Governo nazionale di inasprire a sua volta i controlli negli scali di partenza sui quali la Regione sarda non ha alcuna competenza.
A SANT'ANTIOCO OBBLIGO DI QUARANTENA - Primo atto ufficiale dei sindaci contro il pericolo di 'assalti' alle seconde case in Sardegna in vista della Pasqua. Il primo cittadino di Sant'Antioco, Ignazio Locci, ha firmato un'ordinanza con una stretta ulteriore per chi arriva da zone rosse, arancioni o dall'estero: previsto da giovedì 18 l'obbligo di quarantena per 10 giorni sull'isola a sud ovest della Sardegna anche se si è in possesso di tampone antigenico-rapido negativo. Escluse dall'isolamento le persone già vaccinate e chi arriva per motivi di lavoro, necessità o salute dimostrabili con l'autocertificazione.
"A partire da giovedì 18 marzo - annuncia l'amministrazione comunale - tutti i soggetti che dovessero arrivare nel territorio di Sant'Antioco, (fatti salvi i casi di arrivo per motivi di lavoro, necessità o salute, tutti da dimostrare mediante autocertificazione) provenienti da altre Regioni italiane o da Stati esteri, dovranno rispettare la quarantena fiduciaria di 10 giorni presso il proprio domicilio. La quarantena scatterà anche se si è in possesso di esito negativo del tampone rino-faringeo (antigenico - rapido). Sono esclusi da tale obbligo i vaccinati, con entrambe le dosi previste (prima inoculazione e richiamo). I trasgressori saranno perseguiti, salvo che il fatto non costituisca più grave reato, con la sanzione da 400.00 a 3.000,00 euro".
L'ordinanza, spiega il sindaco, è "una misura di prevenzione, di tutela della nostra comunità, un piccolo contributo di conservazione della cosiddetta zona bianca. Questo vale anche per coloro in possesso di tampone rapido con esito negativo - ribadisce Locci - Disponiamo dei numeri sugli arrivi, li abbiamo sotto controllo, e il comando di Polizia Municipale farà le dovute verifiche affinché tale misura venga rispettata". Il primo cittadino si dice sicuro è che "anche i nostri ospiti vorranno contribuire al contenimento della pandemia. Naturalmente, come specificato nell'ordinanza, questa misura non avrà alcun impatto sui residenti o su coloro che circolano liberamente in Sardegna".
ALTRI SINDACI SI BLINDANO - Aumenta il numero di sindaci sardi che bloccano l'arrivo di turisti nelle seconde case. Dopo Sant'Antioco si uniscono diverse amministrazioni comunali legate alla Corona de Logu, l'assemblea degli amministratori locali indipendentisti sardi. Le ordinanze che impediscono l'ingresso dei non residenti in Sardegna nelle seconde case sparse nel territorio, sono state firmate dai sindaci di Bauladu, Girasole, Macomer, Scano di Montiferro, Villanovaforru. In quest'ultimo comune il provvedimento scatta il 23 marzo e resterà in vigore per i successivi 14 giorni fatti salvi i casi di comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute ovvero per ricongiungimenti familiari.
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