Una bancarotta fraudolenta da 15 milioni di euro è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Iglesias. Sette persone, che lavoravano per due società del Sulcis Iglesiente dichiarate fallite, sono indagate con le accuse di bancarotta fraudolenta e utilizzo di fatture false.
Segnalato per concorso esterno in bancarotta fraudolenta e falso anche un commercialista.
Avviato il sequestro per equivalente delle somme distratte. Gli accertamenti dei militari delle Fiamme gialle si sono concentrati sul fallimento delle due società, che facevano parte dello stesso gruppo industriale, che operavano nel settore estrattivo e dei trasporti di minerali.
In particolare le verifiche hanno interessato il processo di internazionalizzazione della società madre, avviato sia con il trasferimento di parte dell'attività industriale che con lo spostamento di ingenti risorse finanziarie in favore di quattro società in Africa. Secondo l'accusa gli amministratori delle due società fallite e i professionisti avrebbero falsificato bilanci e piano industriale in fase concorsuale ed effettuato operazioni transnazionali per distrarre fondi dalle società portandole al crac.
Gli indagati non avrebbero solo finanziato le società in Africa, che erano riconducibili comunque allo stesso proprietario, ma avrebbero anche venduto macchinari per poi noleggiarne altri a prezzi esorbitanti. Inoltre avrebbero utilizzato impropriamente il personale a disposizione in un cantiere per la costruzione di strade in Zambia e in una stazione di confezionamento del calcestruzzo a Meknes (nome scelto per l'operazione delle Fiamme gialle, ndr) in Marocco.
Tutte le operazioni, secondo l'accusa, venivano documentate con fatture gonfiate o addirittura false. Secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza con tutti questi stratagemmi i sette indagati sarebbero riusciti a distrarre 15 milioni di euro di patrimonio.
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