Migliaia di manifestanti in piazza a Cagliari per rivendicare il diritto alla salute. Arrivano da tutti i territori dell'Isola coordinati dalla Rete Sarda - Difesa della Sanità pubblica che riunisce i numerosi comitati che lottano per il mantenimento dei presidi ospedalieri e dei medici di base nei territori. Il corteo è partito stamattina dalla Basilica di Bonaria e si è fermato sotto il palazzo del Consiglio regionale.
"La valenza della manifestazione è straordinaria - ha spiegato all'ANSA la portavoce della Rete Claudia Zuncheddu - stanno arrivando le delegazioni da tutti i punti della Sardegna e delle Isole minori, questo è significativo dello stato di salute del sistema pubblico, purtroppo totalmente paralizzato: eravamo in emergenza prima del Covid, il virus poi è stato l'alibi che ha contribuito a chiudere definitivamente i nostri servizi territoriali. La nostra grande preoccupazione è anche il bilancio di tutti i pazienti cronici e nuovi ammalati che in tutto questo anno e mezzo non hanno avuto accesso alle cure".
Ora, ha aggiunto, "i dati sull'aspettativa di vita sono crollati e questo è inquietante, speriamo che la classe politica ascolti". In piazza anche numerosi sindaci. "Abbiamo ascoltato la richiesta dei territori più colpiti dalla crisi e siamo qua per questo - ha detto il presidente dell'Anci Emiliano Deiana - il nostro compito è quello di aprire un canale di dialogo tra i territori e le istituzioni". Secondo Deiana, "la commissione consiliare con il nuovo presidente potrà dare un nuovo impulso e l'assessorato e l'Ats devono prendere coscienza che si deve fare qualcosa".
Per il sindaco di Nuoro e presidente del Cal, Andrea Soddu, "la sanità è in stato comatoso. Abbiamo avuto tante promesse dalla Regione, di assunzioni e stabilizzazioni, e scorrimento delle graduatorie, ma ancora non si è visto nulla". In corteo anche i consiglieri regionali di centrosinistra e Movimento Cinquestelle. Tra gli altri, il sindaco di Escolca Eugenio Lai (LeU): "Rivendichiamo soprattutto il diritto delle zone interne ad avere accesso alle cure. In questi due anni e mezzo abbiamo assistito solo ad annunci e scelte errate. E' arrivato il momento delle risposte".
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