Subito lo stato di agitazione dell'intero settore industriale ma si va verso lo sciopero regionale dei lavoratori dei comparti elettrici, chimici, metalmeccanici, edili, dei trasporti e dei servizi: è quanto annunciato dai segretari Cgil, Cisl e Uil Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticca dopo le assemblee nelle centrali termoelettriche e la riunione del Coordinamento dei settori Energia, Industria e Servizi che si sono svolte la settimana scorsa. E' possibile che, in assenza di risposte, lo sciopero si tenga non prima della fine di ottobre e gli inizi di novembre.
"I ritardi ormai accumulati sul piano di metanizzazione e le incertezze sulle prospettive delle centrali termoelettriche - hanno spiegato i segretari regionali Cgil Cisl e UIl Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticca - sono motivo di gravissima preoccupazione per il futuro occupazionale di tutti i lavoratori diretti e dell'indotto, così come per le prospettive dell'intero sistema produttivo isolano".
Tra le priorità individuate dai sindacati, la realizzazione del piano di metanizzazione, con la rete da nord a sud della Sardegna passando da Macchiareddu, le Fsru previste a Portovesme e Porto Torres, la trasformazione degli impianti termoelettrici, oggi a carbone, in impianti a gas: il mancato governo della phase out metterebbe, infatti, a rischio circa 1000 posti di lavoro nelle sole centrali di Portovesme e di Fiumesanto. Poi investire sulle rinnovabili, in particolare sull'idrogeno.
"Il governo nazionale - sottolineano i tre - è in grave ritardo con l'emanazione del Dpcm Sardegna, sul quale ad oggi non c'è chiarezza e, anzi, sarebbe persino oggetto di modifica". Cgil, Cisl e Uil auspicano che non ci siano novità rispetto alla visione condivisa con la stessa Regione, "perché non sarebbe accettabile scompaginare scelte già definite, magari a causa di annunci di singoli player con una visione e interessi parziali.
Se così fosse, si metterebbe a rischio l'intero impianto su cui si fonda la transizione energetica secondo obiettivi, piani e strumenti definiti dall'Unione europea, dai piani nazionali (Pniec) e regionali (Pears)". "Alla Regione - concludono Samuele Piddiu, Gavino Carta e Francesca Ticca - chiediamo di fare le dovute pressioni affinché quel Dpcm sia approvato al più presto e con i contenuti già definiti".
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