DI FABRIZIO FOIS
C'è un unico filo conduttore che guida i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della Sardegna quando espongono le priorità dell'Isola: energia, trasporti e sanità sono i nodi critici da risolvere sfruttando al massimo non solo le risorse europee della programmazione Por 2021-2027, ma anche - e soprattutto - gli stanziamenti ingenti del Pnrr, che su 66 miliardi di euro prevede di destinarne il 40% al Sud, quindi una grossa fetta anche alla Sardegna. Il problema, sottolineano i tre segretari con un'unica voce ma distintamente nelle loro dichiarazioni all'ANSA, è che "manca una visione del futuro e soprattutto manca il coinvolgimento di tutte le parti sociali". Non solo. Ciò che è stato fatto finora viene ritenuto "assolutamente insufficiente": così, se non ci sarà un immediato cambio di rotta da parte della Giunta regionale, il 2022 si annuncia già caldo sul fronte sindacale.
"Non sono chiuse le vertenze industriali e soffriamo di un ritardo gravissimo in termini di programmazione e infrastrutturali - attacca il leader della Cisl, Gavino Carta - Sulla transizione energetica le scelte all'orizzonte sono molto distanti da quello che potrebbe essere il futuro dell'Isola. Non c'è un'idea chiara sulla distribuzione del metano e ci troviamo nella condizione di pesantissima incertezza anche sulla riconversione delle centrali a carbone". Secondo Carta, un altro grosso problema è quello dei trasporti: "la continuità territoriale ha circa il 30% delle rotte in meno e alcuni servizi non vengono garantiti con il nuovo bando". Poi c'è la sanità: "il tracollo è evidente - denuncia Carta - la programmazione del settore è abbandonata da anni, anche dalla precedente Giunta, e siamo in ritardo di 10 anni sulle professioni e sull'edilizia sanitarie". Quindi un appello alla Regione che, "salvo rarissime eccezioni concentrate in qualche assessorato, ha eluso totalmente il confronto con il sindacato".
"La priorità assoluta è la necessità di avviare un confronto sul tema assente, ossia il lavoro - incalza Samuele Piddiu, leader della Cgil - viviamo in una condizione drammatica con tantissime vertenze irrisolte in tutti i settori, soprattutto sul sistema industriale, con l'incertezza sul fronte dell'approvvigionamento energetico e sul phase out al 2025. In tutto questo l'assente principale è il governo regionale". Anche per Piddiu un altro nodo da sciogliere è quello dei trasporti, in testa la vertenza Air Italy e quella dello scalo industriale di Cagliari: "ci sono 1.322 lavoratori che non sanno quale sarà il loro futuro e c'è ancora incertezza per gli addetti del porto canale del capoluogo.
Preoccupazione, poi, per il bando sulla continuità territoriale, perché già oggi è sempre più complicato raggiungere la Penisola e l'Europa. Per non parlare degli sviluppi sulla gestione degli aeroporti". Quindi la sanità. "Entro pochi giorni - sottolinea Piddiu - bisognerà riorganizzare il sistema, invece vediamo solo una spartizione di poltrone tra le forze politiche: a tre anni dall'insediamento dopo un periodo di aperture di credito, possiamo dire che è sicuramente deficitaria l'azione della Regione su tutti fronti".
"La speranza è che nel 2022, rispetto alle risorse che arriveranno in Sardegna, ci sia effettivamente una reale ripresa, ma bisogna avere le idee chiare su dove investire e sul progetto di sviluppo", dice la leader della Uil Francesca Ticca, secondo la quale serve un "rimpasto veloce in Giunta, serio e fatto di competenze". "Non si può prescindere dal trovare una soluzione, per noi ancora lontana, al problema dell'energia e per disegnare un futuro più green. C'è poi la questione insularità - aggiunge - un pezzo di strada è stato abbozzato e condiviso da parte del governo centrale, ma stiamo vivendo una grande condizione di disagio nella movimentazione di persone e merci". Quanto alla sanità, per Ticca la priorità è che non rimangano a terra le aree interne dell'Isola.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA