Con il 74,2% - e un aumento
dell'1,3% - la Sardegna si conferma seconda regione in Italia
dopo il Veneto, e prima nel centro-sud per la raccolta
differenziata dei rifiuti.
"Ora l'obiettivo dell'80% entro il 2022 è alla nostra portata",
ha spiegato l'assessore dell'Ambiente Gianni Lampis illustrando
i risultati del 2020 sul fronte dei rifiuti urbani.
Il traguardo è stato raggiunto grazie alla performance di città
importanti come Cagliari (69,9%, +5% rispetto al 2019), Oristano
(79,8%), Olbia (76,4%), Nuoro (76,4%). In assoluto, il Comune
più performante è Orosei con l'88,5%, quello che fa peggio è
Orune con il 56,8%.
In generale è aumentato il numero dei Comuni che hanno superato
l'obiettivo di legge del 65%: 366 su 377. A livello provinciale,
tutti i territori hanno superato il 70%, compresa, per la prima
volta, la provincia di Sassari, nonostante la prestazione non
ancora efficace del capoluogo, unico centro sardo sopra i 30mila
abitanti a non aver adottato il porta a porta estensivo su tutto
il territorio e a non aver raggiunto il 60% di raccolta
differenziata.
I Comuni che hanno superato la percentuale dell'80% (in tutto
144) si confermano quelli interessati da importanti flussi
turistici, come appunto Orosei, Siniscola e Tortolì, affiancati
da alcuni meno popolosi, come Monti, Sant'Antonio di Gallura e
Ussassai.
I risultati del 2020 sono stati condizionati dalla pandemia: la
produzione complessiva dei rifiuti urbani è diminuita di circa
26mila tonnellate rispetto al 2019, dato legato alle minori
presenze turistiche nell'Isola. In particolare, sono diminuite
le quantità raccolte di frazione organica (-2%), frazione verde
(-7%), vetro (-5%), carta (-4%), plastica (-1%), tessili (-5%) e
ingombranti (-11%). Mentre sono in crescita gli imballaggi in
metallo (+11%), i metalli (+4%), il legno (+4%), i rifiuti
elettronici, (+4), gli inerti (+10%), gli oli (+14%) e lo
spazzamento stradale (+10%).
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