Il mondo delle campagne della Sardegna è mobilitato: il caro prezzi per le materie prime spinto anche dall'aumento dei costi dell'energia sta mettendo in ginocchio tutto il comparto, che ha già subito un calo dei guadagni dovuto alle calamità naturali del 2021, ma deve fare i conti anche con i ritardi nei pagamenti dei premi.
Dopo gli appelli alla politica tra i primi a scendere Stefano Arzu, l'allevatore di suini di Talana che aveva riconsegnato le chiavi della sua azienda ogliastrina in municipio. Ieri il suo esempio è stato seguito anche dagli allevatori di Arborea che hanno spento i motori dei trattori davanti al Comune e consegnato le chiavi alla sindaca.
Troppi i rincari della materie prime, dal mangime che ha fatto lievitare di 5 centesimi i costi di produzione al litro di latte, all'energia elettrica (+400%), al gasolio (+60%). Un aumento incontrollato che sta colpendo tutti i settori economici e agricoli. A questo si aggiunge una burocrazia cieca e irrazionale, che non consente un flusso regolare e trasparente delle pratiche comunitarie ghiacciando spesso i denari (vitali in tempi di crisi) per cavilli assurdi. Secondo Giancarlo Capraro presidente Coldiretti Arborea, "la situazione è davvero insostenibile. È chiaro che se prima raschiavamo il barile adesso, con questi rincari, stiamo lavorando in perdita, i costi di produzione sono più alti di quelli di vendita".
Oggi alle 18 la protesta si sposta sul ponte tra Bitti e Sologo che attraversa la statale 131 dcn. A scendere in strada sanno i pastori ovini con i mezzi agricoli. Una manifestazione che ha trovato la sponda di Copagri. "La questione dell'aumento incontrollato e repentino dei costi aziendali - rileva Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri - non riguarda solo il comparto ovicaprino; impatta negativamente sui produttori di latte vaccino, sui suinicoltori, sui produttori ortofrutticoli e sul resto dei comparti".
E giovedì 17 i primi presidi di Coldiretti davanti alle Prefetture.