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Sardegna
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Ucraina: pacifisti contro sostegno militare e aumento spese

Presidi in vista marcia pace e no a Nato nell'Isola

La mobilitazione è partita questa mattina al mercato di via Quirra a Cagliari: in tutta la Sardegna scattano i presidi contro la guerra e ogni forma di sostegno alle attività belliche. Sit-in e protesta sono organizzati da A Foras, l'Assemblea sarda contro l'occupazione militare, e sono tappe di avvicinamento alla marcia popolare contro la guerra che si terrà a Decimomannu il prossimo 9 aprile, con raduno alle 15.30 davanti alla stazione e corteo fino ai cancelli della base militare. Sede non scelta a caso: il centro alle porte di Cagliari, argomentano i pacifisti, ospita l'aeroporto militare "a utilizzo Nato, con uno dei più alti numeri di decolli e atterraggi in Europa".

Questo pomeriggio sono previsti altri appuntamenti con i presidi: alle 17 a San Sperate (parco megalitico), Nuoro (giardinetti) e Sassari (Emiciclo Garibaldi) . "La nostra posizione è chiara - spiega in una nota Francesca Solinas, attivista del movimento sardo - essere contro la guerra, specialmente in Sardegna, significa essere a favore della forte riduzione delle spese destinate alle basi e alle armi, dello smantellamento dei poligoni militari, dello smantellamento delle strutture della Nato, che mettono in pericolo anche le popolazioni residenti".

A Foras chiede che la Sardegna sia "un'Isola neutrale, finalizzata alla pace tra i popoli e funzionale allo scambio tra culture e genti e non un luogo dove si testano e si producono armi". Nel mirino anche la decisione del Governo Draghi "di alzare le spese militari fino al 2% del Pil, fra l'altro in un momento in cui la sanità pubblica ha dimostrato di essere largamente insufficiente e i cittadini non arrivano a fine mese a causa del caro vita".

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