"Oggi in ogni ufficio delle nostre Questure c'è l'immagine di Emanuela Loi, simbolo di cos'è un poliziotto. Non un supereroe, ma una ragazza semplice che ha fatto un lavoro difficile, sapendo che quel lavoro poteva avere esiti catastrofici, com'è stato". Lo ha detto il Questore di Cagliari, Paolo Rossi, durante la cerimonia in ricordo di Emanuela Loi, l'agente di scorta di Sestu (Cagliari) uccisa il 19 luglio 1992 nell'attentato di via D'Amelio a Palermo.
Una corona di fiori donata dal Capo della Polizia è stata adagiata sulla tomba dell'agente nel trentesimo anniversario della strage, mentre i volontari dell'associazione Libera fondata sa Don Luigi Ciotti hanno donato un fiore per ogni anno dalla strage. Infine è stata inaugurata una statua in piazza della Legalità che raffigura l'abbraccio tra i giudici Falcone e Borsellino, proprio sotto il grande murales col volto di Emanuela Loi.
"Sentiamo tutti il dovere di commemorare la nostra concittadina - ha detto la sindaca di Sestu, Paola Secci - per combattere sempre la mafia, quel cancro che non risparmia nessun luogo".
Presente alla cerimonia anche la vice prefetta Maria Antonietta Gregorio.
SOLINAS RICORDA BORSELLINO ED EMANUELA LOI - "A 30 anni dalla strage di via d'Amelio resta il ricordo vivo, palpabile, di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta morti insieme a lui nell'attentato, tra i quali la nostra conterranea cui Emanuela Loi, prima donna a far parte di una scorta e prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio. Quel giorno, il 19 luglio del 1992, l'Italia non ha perso solo un grande magistrato, ma un uomo libero, un simbolo della legalità e della lotta alla criminalità organizzata che ha pagato con la vita la propria fedeltà allo Stato. Insieme al suo ricordo oggi abbiamo il dovere di tenere vivo quello, a noi particolarmente caro, di Emanuela, figlia della nostra Terra eroicamente e incolpevolmente caduta in quello stesso giorno e in quello stesso istante". Così il presidente della Regione, Christian Solinas, nel giorno in cui l'Isola ricorda la strage a Palermo. "Sono certo che il sacrificio di Emanuela e degli uomini della scorta non sia stato vano e anzi abbia contribuito a rafforzare sempre più il sentimento collettivo di riconoscenza nei confronti delle Forze dell'Ordine che quotidianamente si impegnano per tenere alto il senso di giustizia nel nostro Paese - ha proseguito Solinas - La lezione di Paolo Borsellino e il coraggio della sua scorta devono rimanere vivi perché non può esserci libertà laddove cresce il seme del compromesso morale, dell'illegalità, della corruzione, dell'indifferenza. Sono passati trent'anni ma la ferita rimane aperta. Oggi più che mai - ha concluso - abbiamo il dovere di onorare la memoria di un grande magistrato, protagonista con Giovanni Falcone e altri valorosi magistrati, di una lotta tenace, rigorosa, incisiva contro la criminalità organizzata e, in particolare, contro la mafia".
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