Classe 1946, settantasei anni. E il compleanno sarà sul palco a Riola Sardo (Oristano), domani sera. Energia e rock'n' roll da vendere: Edoardo Bennato ieri a Cagliari è riuscito a far saltare fuori dai posti a sedere assegnati i circa mille spettatori che hanno seguito il suo concerto in pieno centro, piazza Nazzari - organizzato da Sardegna Concerti - cantando a memoria con lui ogni canzone. L'esplosione con l'ultimo bis, Nisida: il reggae dell'isola con l'Italsider che la sta a guardare ha portato sotto il palco centinaia di persone. Non ragazzini: quarantenni, cinquantenni, sessantenni, settantenni coetanei di Bennato. E al ritmo di Nisida ha ballato, questa volta non politicamente, anche un pezzo di Giunta comunale. Impossibile resistere.
Bennato ha iniziato da solo, come quando era ragazzino e faceva l'uomo banda. Jeans, maglietta, chitarra e batteria "a piede". È partito con Abbi dubbi, poi sono arrivate una dietro l'altra Sono solo canzonette, Il gatto e la volpe, Arrivano i buoni, Bravi ragazzi, La torre di Babele. E con lui sul palco è salita anche la band. Bennato in forma, canta e lascia spazio alla band in dilatatissime versioni ultra rock di Mangiafuoco e poi di A Napoli 55 è a musica, che, nelle divagazioni chitarristiche, finisce per diventare Another brick in the wall dei Pink Floyd.
Qualche pezzo dell'ultimo album, il pubblico applaude con rispetto. Ma Bennato sa che cosa vogliono quelli che sono davanti a lui. E allora eccolo, il rocker che per primo ha cantato in italiano la musica dei padri del rock'n' roll: da Meno che adesso non c'è Nerone a In prigione in prigione.
Passando per la autobiografica Rinnegato. Il pubblico canta il ritornello. E lui risponde: "Se non fossi un rinnegato non farei rock'n'roll". Il rock del Capitan Uncino la cantano praticamente tutti. Bennato chiamato due volte sul palco. E poi gran finale con Nisida.
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