DI VINCENZO GAROFALO
"Non ho mai commesso alcuna violenza sessuale sulla ragazza". Francesco Corsiglia, uno dei quattro ragazzi sotto processo a Tempio Pausania per la presunta violenza sessuale di gruppo su due 19enni, che sarebbe avvenuta nel luglio 2019 in Costa Smeralda, nella villetta della famiglia di Beppe Grillo, era presente in aula durante l'udienza e ha rilasciato dichiarazioni spontanee. "Studio in Spagna e non posso seguire il processo come vorrei, ma oggi sono qui per ribadire la mia innocenza. Con quella ragazza ho avuto un rapporto sessuale consenziente. Poi mi sono addormentato e non so cosa sia successo in seguito", ha precisato.
Corsiglia è imputato insieme con Ciro Grillo, figlio di Beppe, e altri due amici genovesi, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria e finora nessuno di loro aveva mai preso la parola in aula. Le dichiarazioni spontanee del 21enne genovese sono arrivate nel corso di un'udienza molto attesa. Sia perché segnava la ripresa dei lavori dopo la sospensione forzata di un mese, a causa della mancanza di monitor e microfoni funzionanti nell'aula del Tribunale, sia perché c'erano da sentire testi importanti.
I tre medici della Clinica Mangiagalli di Milano che visitarono la giovane italo norvegese nove giorni dopo la presunta violenza sessuale, ossia la ginecologa Marta Castiglioni, la psicologa Laila Micci e il medico legale Vera Gloria Merelli. Poi Maika Pasqui e Daniele Ambrosiani, i titolari del B&b di Porto Pollo dove alloggiarono le due ragazze durante la loro vacanza in Sardegna, e infine Marco Grusovin e Francesca Brero, gli istruttori di kitesurf che il pomeriggio dopo il presunto stupro incontrarono la studentessa in spiaggia per una lezione. In apertura dei lavori il collegio dei giudici, presieduto da Marco Contu, ha calendarizzato le prossime udienze e convocato l'aula per l'8 febbraio, 8 marzo e 12 aprile del prossimo anno. La programmazione dei lavori lascia intendere tempi lunghi per la sentenza, che sarà pronunciata con molta probabilità dopo l'estate 2023.
Ci sarà anche una super udienza, ancora da concordare, per ascoltare il racconto della ragazza italo norvegese che denunciò la violenza ai carabinieri della Compagnia Milano Duomo, dopo essere rientrata a casa dalla vacanza in Sardegna. Le deposizioni che sono iniziate con la ginecologa Marta Castiglioni, che ha dichiarato di non aver rilevato sulla studentessa segni di violenza sessuale, mentre per il medico legale Vera Gloria Merelli, i lividi riscontrati sul corpo, gambe e braccia, dell'allora 19enne sono compatibili sia con uno stupro, sia con l'attività sportiva che la ragazza aveva svolto in quei giorni. Tesi quest'ultima sostenuta dal collegio difensivo composto dagli avvocati Antonella Cuccureddu, Gennaro Velle, Andrea Vernazza, Sandro Vaccaro, Enrico Grillo, Ernesto Monteverde e Mariano Mameli. La psicologa Laila Micci ha dichiarato in aula che la ragazza non ha ancora superato il trauma e sta seguendo un percorso di sostegno psicologico. I titolari del b&b hanno confermato ai giudici le dichiarazioni che avevano fatto a suo tempo ai carabinieri, ossia che non avevano notato niente di strano.