DI STEFANO AMBU
Strade vuote come durante il lockdown della scorsa primavera. Perché a Paulilatino, centro di duemila abitanti nell'Oristanese, non si può uscire e non si può andare a scuola. Si può lasciare la propria abitazione per andare al lavoro o, una persona per famiglia, per andare a fare la spesa. Altrimenti tutti a casa: da oggi e per tre giorni, poi bisogna valutare. Sono le regole stabilite da un'ordinanza emanata ieri sera dal sindaco Domenico Gallus e comunicata in un video all'ora di cena, quasi in concomitanza con le comunicazione sul Dpcm del premier Giuseppe Conte. Alla base della drastica decisione la trasmissione da parte della Asl della notizia della positività da Covid di tre residenti di Paulilatino.
L'obiettivo è quello di isolare tutti i contatti per risolvere presto la situazione e ritornare in pochi giorni alla normalità. Le elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale si dovrebbero svolgere regolarmente. Lo stesso sindaco è in corsa per il rinnovo. Ma l'invito lanciato nella diretta su Facebook - a se stesso e al rappresentante della lista concorrente - è quello, in questi giorni, di evitare la campagna porta a porta e di limitarsi alle telefonate e ai social. La preoccupazione di Gallus - che è anche presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale - è che il fervore della competizione elettorale, con i continui contatti tra candidati ed elettori, possa diffondere ancora di più il contagio.
Fino a ieri i casi di positività ufficiali erano tre. "Ma - spiega il sindaco all'ANSA - abbiamo paura che possano essere di più. Da questa mattina alle 6 siamo in giro con le Usca casa per casa per effettuare i tamponi. La stessa Asl ci ha messo a disposizione altri 100 test". I compaesani stanno rispettando il divieto. "Non ci sono problemi - conferma il primo cittadino - hanno capito la situazione e si stanno adeguando". C'è dunque la preoccupazione della campagna elettorale, ma anche quella dei trasporti legati ai molti studenti pendolari costretti a spostarsi per raggiungere i propri istituti. E il rischio contagi è dietro l'angolo.
Poi gli assembramenti nei locali pubblici. L'ordinanza impone la chiusura di bar, ristoranti, pizzerie e perfino dei distributori automatici. Consentite le cerimonie funebri, ma solo nella chiesa del cimitero e con numero massimo di 30 persone, "anche se sarebbe meglio 15", suggerisce il sindaco. Sui social impazza immancabilmente la polemica tra i favorevoli e i contrari alla nuova stretta. E c'è chi scrive: "i positivi sono i miei genitori, la decisione è giusta, scusate per il disagio". Subito la risposta di una compaesana: "Non sia dispiaciuta per il disagio, può capitare a chiunque. Ce ne fossero persone come lei".